Tetano ferita superficialeTetano ferita superficiale: di solito, le ferite superficiali e pulite non comportano particolari rischi: basta disinfettarle con cura. In generale, l’impiego di acqua ossigenata è sufficiente a eliminare il patogeno dalle ferite di entità medio-blanda (graffi, ferite superficiali, eccetera).

Evitate, però, l’errore di sottostimare le ferite superficiali ma inquinate da terra e polvere, così come le ferite puntiformi prodotte da spine di rovi, rose, palme.


Un’attenta disinfezione e medicazione è fondamentale per le ferite più profonde e contaminate: in questi casi spetta al medico valutare se sussista un rischio reale di contrarre il tetano e valga la pena avviare, in rapporto al tempo trascorso dall’ultimo richiamo, una profilassi antitetanica, con la somministrazione del vaccino e, in caso di ferite ad alto rischio, anche con il ricorso a immunoglobuline specifiche

Tetano ferita superficiale: cos’è il tetano

Il tetano è una tossinfezione causata da Clostridium tetani, un bacillo Gram +, anaerobio, che si manifesta sia in forma vegetativa, sia sotto forma di spore.

La forma vegetativa produce la tetanospasmina, una neurotossina che causa i sintomi clinici della malattia, ovvero contrazioni muscolari dolorose, spesso generalizzate e aggravate da qualsiasi stimolo esterno. Si tratta di una tossina estremamente potente, tanto che la quantità letale per l’essere umano è di circa 7 ng.

Il patogeno è presente sia nell’intestino degli animali (bovini, equini, ovini) sia in quello umano e viene eliminato con le feci.

Le spore resistono all’essiccamento, all’ebollizione e alla maggior parte dei disinfettanti e possono sopravvivere nell’ambiente esterno anche per anni, contaminando la polvere e la terra. Penetrano nell’organismo umano soprattutto attraverso le ferite all’interno delle quali, qualora vi siano le opportune condizioni (come avviene in particolare nei tessuti necrotici), si possono trasformare nelle forme vegetative che producono la tossina.

Tetano ferita superficiale: prevenzione

Attualmente la vaccinazione antitetanica è obbligatoria, oltre che per i nuovi nati, per gli sportivi affiliati al CONI e per diverse categorie di lavoratori, tra cui ricordiamo, per esempio, agricoltori, allevatori, operai e manovali edili, metalmeccanici, addetti alla raccolta e al trattamento dei rifiuti.

Il calendario vaccinale prevede la somministrazione di tre dosi (la seconda a distanza di 4-8 settimane dalla prima e la terza dopo 6-12 mesi) e un richiamo ogni 10 anni (fatta eccezione per il primo richiamo dell’infanzia, previsto al sesto anno di vita).

Oggi, in Italia la mortalità è pari a circa il 20%.

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