Sopravvivenza tumore polmone non operabileSopravvivenza tumore polmone non operabile: ha senso eseguire un intervento di tumore solo se si ha almeno la certezza che la malattia sia localizzata nell’organo interessato e che non sia diffusa in altre sedi.
Se la malattia è presente in altre sedi, l’intervento sarebbe semplicemente inutile (salvo rari casi). In casi come questi la chemioterapia, la radioterapia e l’immunoterapia sono le vie percorribili.

Non si può effettuare la rimozione chirurgica della parte malata neanche se il tumore si trova al quarto stadio, poiché non è efficace.


Per la prognosi e l’aspettativa di vita si devono prendere in considerazione diversi fattori.
È importante conoscere l’età, il genere, lo stato di salute individuale, l’estensione del tumore, la risposta del paziente alla terapia somministrata, ecc. Questi fattori rivestono un ruolo fondamentale nella prognosi dell’ultimo stadio.

Sopravvivenza tumore polmone non operabile

Il tasso di sopravvivenza al quarto stadio è molto basso. Solo il 5-10% delle persone colpite dal tumore al polmone a piccole cellule sopravvive fino a 5 anni. Nel tumore non a piccole cellule, solo il 10-15% delle persone vive fino a 5 anni. In questi casi avanzati, spesso la sopravvivenza non supera i 10 mesi.

Ma oggi, con l’avvento dell’immunoterapia, le cose stanno rapidamente cambiando.

Sopravvivenza tumore polmone non operabile: immunoterapia

Fino a non molto tempo fa, la percentuale di sopravvivenza a 5 anni raramente superava il 5 per cento. Oggi, grazie anche a farmaci quale il Nivolumab o il Pembrolizumab, è stato triplicato il numero di pazienti vivi dopo 5 anni.

In caso di tumore al polmone la sopravvivenza a 5 anni è attualmente intorno al 16 per cento. La strada da fare è sicuramente ancora lunga ma dal 2015, quando è stato approvato il Nivolumab per il trattamento del cancro al polmone non a piccole cellule (NSCLC), si è riusciti a salvare la vite di numerose persone.

Fino a qualche tempo fa l’unica arma a disposizione era la chemioterapia, un trattamento abbastanza tossico e spesso poco efficace per il tumore al polmone. La sopravvivenza, in particolar modo nei casi più avanzati della malattia, difficilmente superava i 10 mesi.
Per questa neoplasia anche i farmaci a bersaglio molecolare non sempre sono utili, essi funzionerebbero infatti esclusivamente in caso di specifiche mutazioni genetiche. Oggi, grazie all’immunoterapia, a tre anni dalla diagnosi un paziente su cinque è vivo.


Attualmente, nel polmone e in altri organi, l’immunoncologia rappresenta una terapia di seconda linea, in diversi centri si stanno però sperimentando dei trattamenti immunoterapici anche in prima linea e in fase post-operatoria. Con molta probabilità, in futuro, la chemioterapia nel trattamento del tumore al polmone non sarà più utilizzata.

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