
Dionaea muscipula
Le piante carnivore (talvolta chiamate piante insettivore) sono piante che intrappolano e consumano protozoi e animali, soprattutto insetti e altri artropodi, con l’intento di ottenere i nutrienti necessari alla loro crescita.
Queste piante hanno subito nel tempo un’evoluzione per adattarsi ad ambienti estremamente avversi alla normale crescita di piante, come paludi, torbiere o rocce affioranti, il cui suolo (estremamente acido) è povero di nutrienti e in particolar modo di azoto, che viene così integrato dalla pianta attraverso la digestione delle proteine animali. Nel tempo, le piante carnivore hanno ridotto, o perso del tutto, la capacità di assorbire azoto attraverso le radici, conservando però quasi del tutto la caratteristica di assorbire ferro, potassio, fosforo, magnesio e altri elementi.
Un terreno ricco di azoto, quindi, avrà l’effetto di “avvelenare” la nostra pianta, che non può assorbirne in quantità eccessiva.
Anche la presenza di calcio nel suolo è scarsamente tollerata, perché elevate quantità di questo elemento tenderebbero a innalzare il pH, rendendo meno solubile e quindi meno assorbibile il ferro per via radicale.
Esistono circa 600 specie di piante carnivore diffuse in tutto il mondo, distribuite in circa 12 generi e 5 famiglie. Esistono anche 300 specie di piante protocarnivore, che presentano solo alcune delle caratteristiche delle piante carnivore. Queste piante possiedono radici piuttosto ridotte, in ragione del fatto che spendono maggiori energie nella costruzione di “trappole” e nella produzione di enzimi digestivi piuttosto che nell’accrescimento della biomassa radicale.
Generalmente sono piante perenni, ma alcune sono annuali.
Le più facili carnivore da coltivare sono sicuramente quelle provenienti dalle zone freddo-temperate. Queste piante cresceranno bene se lasciate sempre all’esterno, in pieno sole, sia in inverno (se la temperatura non scende frequentemente sotto i 5 °C, altrimenti è necessario utilizzare una serra fredda) sia in estate. Vanno poste in un ampio vaso con un sottovaso pieno di acqua d’osmosi inversa o piovana durante l’estate e mantenute umide d’inverno. Fra le specie più comuni ricordiamo:
- Drosera capensis: drosera dalle foglie a nastro, fiori rosa, molto tollerante ai maltrattamenti.
- Drosera binata: grandi dimensioni e foglie a forma di Y.
- Sarracenia flava: foglie venose e fiori gialli in primavera.
- Pinguicula grandiflora: fiori lilla in primavera, va in ibernazione chiudendosi in una sorta di bocciolo (ibernacolo) in inverno. Capacissima di adattarsi ad ambienti sfavorevoli.
- Pinguicula moranensis: fiori rosa, foglie non-carnivore in inverno.
- Darlingtonia californica, la pianta cobra: ha foglie dall’aspetto vistoso, con fiori viola e fiori verde limetta, ha bisogno di essere copiosamente annaffiata con acqua fredda durante i mesi estivi.
- Anche la Dionea crescerà bene in queste condizioni ma avrà bisogno di maggiori attenzioni: anche se ben trattata, spesso soccombe se la muffa grigia non viene tenuta sotto controllo.
- Alcune Nepenthes di pianura sono molto facili da coltivare finché si provvederà a fornir loro delle condizioni caldo-umide costanti, determinate dalla posizione all’aperto e da vaporizzate regolari o dalla presenza di una vaschetta d’acqua in prossimità del vaso.
Piante carnivore: meccanismi di intrappolamento
Le piante carnivore hanno sviluppato cinque diversi tipi di trappole (“attive” o “passive”) per la cattura degli organismi di cui si nutrono:
- Trappole ad ascidio: le prede sono intrappolate all’interno di una foglia a forma di caraffa, contenente enzimi digestivi e/o batteri.
- Trappole adesive: la cattura avviene attraverso una mucillagine collosa secreta dalle foglie.
- Trappole a scatto o a tagliola: in seguito al rilevamento di una possibile preda per mezzo di parti sensibili, un rapido movimento delle foglie la immobilizza al loro interno.
- Trappole ad aspirazione: la preda viene risucchiata da una struttura simile a una vescica, l’utricolo, al cui interno si genera un vuoto di pressione.
- Trappole a nassa: presentano dei peli che dirigono forzatamente la preda all’interno dell’organo digestivo.
I diversi tipi di trappola sono specializzati nella cattura di diversi tipi di prede: le piante con trappole adesive catturano piccoli insetti volanti, quelle con trappola ad ascidio sono in grado di predare insetti volanti di maggiori dimensioni, mentre la trappola a tagliola è adatta a catturare insetti del suolo di dimensioni relativamente grandi.
Piante carnivore: riproduzione
Le piante carnivore si possono ottenere per semina, per talea o per gemme.

Drosera capensis “red leaves”
Riproduzione per semi
Rappresenta il metodo naturale di propagazione. Alcune piante sono autoimpollinanti, usano i semi da loro stesse prodotti, altre hanno bisogno di ricevere il polline da altre piante. I semi, molto piccoli, vanno raccolti dal fiore al termine del periodo di fioritura, tagliando il suo fusto e scuotendolo delicatamente su un foglio di carta bianco.
La semina si effettua verso circa la metà di Febbraio (dipende dal luogo), ponendo i semi sul substrato, preparato precedentemente, con o senza sfagno.
E’ opportuno proteggere il terriccio seminato dagli agenti atmosferici (acqua piovana e vento) utilizzando un’intelaiatura di filo di ferro e pellicola trasparente (praticate dei fori per una corretta areazione).
Il terreno va mantenuto umido (non fradicio). Dopo poche settimane appariranno le prime piantine (dopo qualche altra settimana eliminate quelle più deboli).
Alcune specie di Drosera si riproducono facilmente, mentre, ad esempio, la Dionea necessita di tempi più lunghi, anche alcuni mesi, quindi è preferibile riprodurla per talea.
Potete utilizzare da subito dei vasi grandi, in cui la pianta continuerà a dimorare, oppure dei vasi di dimensioni più ridotte, nel qual caso rinvaserete la pianta quando sarà ben sviluppata.

Pinguicula
Riproduzione per talea
Per le Drosere, è sufficiente prendere una foglia, non secca, e poggiare la sua parte superiore sul substrato preparato precedentemente (50% torba, 50% perlite, se possibile sfagno vivo in superficie, mantenete il terreno umido (non fradicio), fornitele tanta luce e la piantina crescerà rigogliosa.
Per la Dionea, il procedimento è un pochino più complicato. Preparate il vaso e il substrato come per le Drosere; prendete una foglia adulta e sana staccandola alla base (per la talea serve la parte bianca della foglia, il meristema, che si trova sotto il terreno). Senza attendere, ponete la foglia un centimetro sotto il substrato preparato.
Scegliete una posizione illuminata (non sole diretto) e mantenete il terreno umido, ma non eccessivamente. Quando la foglia comincia ad avvizzire tagliatela all’altezza del picciolo. Dopo circa 3-4 settimane compariranno le prime piantine, che potete dividere e invasare separatamente.
Per la Pinguicola il procedimento è lo stesso della dionea, usate soltanto una quantità di acqua maggiore.
Le talee si eseguono in primavera, quanto le piante sono in piena fase vegetativa e abbiamo a disposizione più ore di luce.
Riproduzione per gemme
Preparate il substrato con torba e sabbia di quarzo, a strati, bagnando con acqua distillata. In superficie mettete uno strato leggero di sabbia. Prendete le gemme con uno stuzzicadenti bagnato e mettetele con delicatezza a dimora. Chiudete il vaso con il cellophane da fioraio per aumentare l’umidità.
Piante carnivore: coltivazione
Irrigazione
E’ necessario che queste piante siano sempre bagnate, non solo umide. Potete innaffiarle continuamente o immergerle in un po’ di acqua che andrà aggiunta spesso. Oppure potete usare un sottovaso molto profondo dove porrete il vaso immerso a metà nell’acqua.
L’acqua va sempre aggiunta al contenitore sottovaso e mai alla terra direttamente. In questo modo eviterete di lavare via la mucillagine appiccicosa delle drosere e altre varietà e la chiusura delle valve.
Utilizzate sempre acqua demineralizzata, come l’acqua piovana o l’acqua distillata. Potete raccogliere l’acqua piovana mettendo un secchio sotto la grondaia e acquistare l’acqua distillata in un negozio di generi alimentari. Potete anche utilizzare la condensa di un condizionatore d’aria o di una pompa di calore, fonti di acqua priva di minerali.
Ottima è l’acqua demineralizzata tramite osmosi inversa.
I minerali contenuti nell’acqua di rubinetto possono fornire un nutrimento eccessivo alle piante carnivore e “ucciderle”. Ciò è dovuto al fatto che la maggior parte delle specie carnivore si è evoluta in suoli acidi e poveri di nutrienti e di conseguenza si tratta di piante estremamente calcifughe e molto sensibili a un eccesso di nutrienti nel terreno.
Terreno
Il terreno più adatto è quello ricco di torba e sabbia. Ottima per ricreare l’ambiente adatto è la torba di sfagno. La sabbia deve essere pulita e lavata. Usate la sabbia per giochi o la sabbia orticola, mai la sabbia di spiaggia o a base di pietra calcarea: il contenuto di sale danneggerebbe le piante.
Il rapporto della miscela 50% torba e 50% sabbia funziona bene per la maggior parte delle piante carnivore.
Le Dionee preferiscono un po’ di sabbia in più, mentre le Nepenthes gradiscono molta più torba. L’importante, comunque, non è tanto la quantità, ma la qualità della miscela: usate torba di sfagno pulita e sabbia lavata.
La fibra coir, ricavata dalle noci di cocco, è un accettabile sostituto della torba, essendo inoltre più ecologica non sfruttando le torbiere naturali. Le Nepenthes cresceranno meglio in un compost per orchidee costituito da bark sminuzzato (40%), substrato di Sphagnum (30%) e perlite (30%).
Luce
Le piante carnivore si sviluppano meglio in condizioni di sole; solo alcune preferiscono l’esposizione parziale, quelle che crescono nelle paludi.
Molte piante carnivore crescono abbastanza bene davanti alle finestre, al chiuso, in una stanza soleggiata. I davanzali al nord funzionano bene.
Anche la luce artificiale, con un timer impostato a 12-14 ore, può creare condizioni adatte.
Molte carnivore dei climi temperati, sebbene non sopportino il forte gelo, possono essere poste all’esterno per la maggior parte dell’anno. Le Nepenthes sp., essendo tropicali, richiedono invece una temperatura dai 20 ai 30 °C per sopravvivere.
Umidità
Oltre il normale serbatoio di acqua del sottovaso si potrebbe utilizzare un umidificatore posizionato nei pressi delle piante.
Evitate di sigillare le piante in contenitori chiusi: potrebbero svilupparsi funghi e muffe potenzialmente mortali per le piante.
Il ricircolo d’aria è fondamentale per le piante con un tasso di umidità così elevato.

Sarracenia
Alimentazione e fertilizzazione
L’ideale sarebbe che le piante si nutrissero degli insetti da loro catturati (in genere, uno o due al mese). Integrate comunque i loro pasti con gli insetti liofilizzati che si trovano nei negozi per animali, in modo da garantire loro uno sviluppo migliore. Una pianta carnivora che non cattura insetti morirà raramente, ma la sua crescita sarà ridotta.
Non stimolate mai le trappole a vuoto e non inserite pezzi di carne cruda all’interno, potrebbe portare alla morte della trappola o dell’intera pianta.
Sappiate che, quando queste piante catturano una grande mosca, impiegano circa 12-24 ore per ucciderla, quindi il ronzio della mosca si sentirà per tutto questo lasso di tempo: tenetene conto per la scelta del luogo in cui posizionare la pianta senza infastidire nessuno.
Letargo
Il letargo è un meccanismo naturale di protezione che permette alle piante carnivore di sopravvivere al freddo dell’inverno. Alcune tra esse formano gemme invernali, altre producono foglie, altre ancora perdono tutte le foglie.
Favorite il loro riposo, altrimenti moriranno. Quando cominciano a mostrare segni di dormienza, riducete l’acqua nel sottovaso e lasciate il terreno solo leggermente umido. Riducete la quantità e la durata della luce diurna. Durante il riposo vegetativo il buio è una soluzione ottimale.
Piante carnivore: parassiti
Le piante carnivori sono suscettibili alle infestazioni da parte di insetti quali gli afidi o le cocciniglie.
Le piccole infestazioni possono essere rimosse direttamente con le mani, le più grandi invece richiedono l’intervento di insetticidi. L’alcol isopropilico è un efficiente insetticida topico; il diazinone, invece, è un eccellente insetticida non sistemico che viene ben tollerato da molte carnivore, così come il malathion, l’acephate e l’imidacloprid.
Il pericolo maggiore per la coltivazione delle carnivore è rappresentato dalla botrite, o muffa grigia, una malattia causata dal fungo parassita Botrytis cinerea. Questi prospera in condizioni caldo-umide e può essere un problema durante l’autunno. Potete proteggere le piante carnivore temperate ponendole in un ambiente fresco e ventilato in autunno e rimuovendo tempestivamente ogni foglia morta. Se questi accorgimenti dovessero rivelarsi inutili, potete intervenire con l’uso di un fungicida rameico.
Un’altra malattia comune è l’oidio. Questa patologia colpisce soprattutto il Cephalotus follicularis e può essere curata irrorando la pianta con un anticrittogamico a base di zolfo.
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