Metastasi cerebrali sopravvivenza mediaMetastasi cerebrali sopravvivenza media: il tessuto che compone le metastasi al cervello è costituito da cellule neoplastiche provenienti da tumori che hanno colpito altri distretti corporei.  I tumori primari che più frequentemente generano metastasi cerebrali sono: carcinoma polmonare (48%), cancro al seno (15%), tumori dell’apparato genitourinario (11%), osteosarcomi (10%), melanomi (9%), ecc.

Le metastasi si formano soprattutto alla connessione della materia grigia con quella bianca, dove le dimensioni dei vasi sanguigni cambiano, ingabbiando gli emboli cancerogeni.

Metastasi cerebrali sopravvivenza media

Nei pazienti con metastasi cerebrali la sopravvivenza mediana senza trattamento è di circa un mese. Dopo la terapia, la sopravvivenza dalla diagnosi è di circa 5 mesi. Nei casi di metastasi cerebrali solitarie resecate, la sopravvivenza mediana è di circa 10 mesi.

Alcuni soggetti con caratteristiche particolari (di età inferiore ai 60 anni, lesione singola e malattia sistemica sotto controllo) possono sperare in aspettative di vita maggiori, per il fatto che riescono a tollerare un trattamento più aggressivo.


Alcuni di questi soggetti, ad esempio, riescono a tollerare un secondo intervento chirurgico o la radiochirurgia stereotassica.

Metastasi cerebrali sopravvivenza media: terapia

Come per il tumore cerebrale primitivo, anche quello metastatico deve essere innanzitutto trattato con la chirurgia, che, oltre a rimuovere il tessuto cancerogeno, riduce anche la pressione all’interno del cranio e i sintomi a essa connessi.

L’intervento è completato dalla radioterapia, finalizzata soprattutto a diminuire il rischio di recidiva.

Quando le caratteristiche della lesione rendono rischioso un intervento chirurgico, si può ricorrere alla radiochirurgia stereotassica (una particolare forma di radioterapia), che utilizza raggi ad alta concentrazione per colpire con molta precisione e distruggere il tessuto maligno (senza dover aprire la scatola cranica). Il tessuto tumorale irradiato, con il tempo degenera e viene eliminato dall’organismo stesso. E’ una tecnica che consente anche il mantenimento di una migliore qualità di vita del paziente.

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