Malattie degli occhi nel gatto: misterioso, intrigante, sornione, talvolta seducente, lo sguardo dei gatti ci affascina e ci cattura e può rivelarci molto, non solo sul suo stato d’animo, ma anche sul suo stato di salute; gli occhi, infatti, sono “spie” eccellenti di eventuali condizioni di malessere del nostro micio. E’ importante perciò osservarli regolarmente per scoprire eventuali cambiamenti e scongiurare l’esistenza di potenziali malattie.
Gli occhi del micio sono delicati e sensibilissimi al minimo movimento, mantenerli in buona salute, verificandone il loro stato con regolarità, è fondamentale: il gatto è un cacciatore notturno e tra le sue caratteristiche visive più notevoli c’è il cosiddetto tappeto lucido, uno strato di cellule riflettenti che rinviano la luce alla retina per aumentare la visione notturna.
Malattie degli occhi nel gatto: sintomi
I disturbi agli occhi dei gatti non sono difficili da riconoscere, i sintomi più frequenti sono:
- eccessiva secrezione di muco
- lacrimazione abbondante
- arrossamenti o gonfiori
- opacità
- presenza di macchie
- sporgenza o affossamento
- occhi socchiusi o allargati
- calo della vista.
Occhi sani presentano solitamente un aspetto limpido e nitido, qualsiasi tipo di alterazione va prontamente segnalata al veterinario.
Malattie degli occhi nel gatto: cause
Alcune cause abbastanza comuni che possono provocare disturbi agli occhi del micio sono:
- punture di insetto
- colpo d’aria
- lesioni da zuffe
- abrasioni dovute a corpi estranei
- presenza di altre patologie quali ad esempio: clamidiosi, rinotracheite felina, allergie, infezioni batteriche, diabete, FIV (immunodeficienza felina), FeLV (leucemia virale felina). In questo caso, la malattia agli occhi è secondaria, nel senso che è la conseguenza di un problema sottostante.
Vediamo in seguito le più comuni malattie degli occhi nel gatto.
Malattie degli occhi nel gatto: congiuntivite
E’ senza dubbio una delle patologie più comuni e diffuse; consiste nell’infiammazione della congiuntiva, la membrana che ricopre la superficie anteriore dell’occhio (che fa da protezione alla cornea) e l’interno della palpebra.
Un micio affetto da congiuntivite di solito presenta:
- occhi arrossati
- prurito (che il gatto cerca di attenuare sfregandosi gli occhi con la zampa)
- lacrimazione eccessiva
- gonfiore
- presenza di muco.
Generalmente colpisce entrambi gli occhi; nei piccoli il decorso è più rapido rispetto ai gatti adulti.
Una congiuntiva malata riproduce batteri e virus che danno luogo a un’infiammazione e, nei casi più gravi, a un’infezione. E’ quindi importante rivolgersi al veterinario per individuare con precisione la causa e determinare la terapia farmacologica adeguata (che di solito contempla antibiotici o antivirali sotto forma di colliri o pomate).
I gatti possono essere affetti da congiuntiviti allergiche, che si curano con trattamenti di lunga durata a base di antinfiammatori.
Queste terapie si possono affiancare a rimedi naturali quali, ad esempio, gli impacchi di acqua e camomilla (che è un antinfiammatorio naturale).
La congiuntivite è contagiosa verso gli altri gatti, poco contagiosa verso i cani e pochissimo per l’uomo.
Malattie degli occhi nel gatto: ulcera corneale e cheratite
Una congiuntivite non curata, può pericolosamente degenerare in cheratite, l’infiammazione della cornea (sotto la congiuntiva), o addirittura in ulcera corneale (i batteri “scavano” nella cornea stessa).
Si tratta di situazioni dolorose e molto rischiose i cui indizi tipici solitamente sono:
- continuo prurito
- movimento eccessivo degli occhi
- rigonfiamento della cornea
- una macchia tonda, sanguinante, sull’occhio.
La cura per l’ulcera corneale è generalmente medica, con farmaci specifici, ma poiché c’è il rischio di perdere l’occhio, può anche essere di tipo chirurgico: per questo motivo se il gatto evidenzia tali segnali, va portato il prima possibile in un centro veterinario.
Malattie degli occhi nel gatto: glaucoma
Si verifica quando la pressione oculare troppo alta compromette il normale deflusso di fluido dall’occhio (umor acqueo). Oltre che a una malformazione oppure a una condizione ereditaria, o, in generale, a una malattia primaria dell’occhio, ci sono casi in cui il glaucoma è una conseguenza secondaria (deriva cioè da un problema che non riguarda gli occhi). Ad esempio se il gatto è vittima di un infortunio oppure si ammala di tumore o di malattie infiammatorie o infettive, può capitare che questo tipo di patologie vadano a bloccare il deflusso dei liquidi provocando in tal modo un glaucoma.
Per una diagnosi precisa il veterinario svolgerà dei test specifici. In primo luogo effettuerà la misurazione della pressione dell’occhio con uno strumento chiamato “tonometro”; la pressione oculare non deve risultare alta. Potrà poi effettuare anche una gonioscopia, esame che misura la parte anteriore dell’occhio, e un esame della retina per arrivare a stimare il danno fatto dalla malattia e quanto essa può essere tenuta sotto controllo e curata.
Ecco alcuni segnali che devono destare sospetto:
- spasmo delle palpebre
- arrossamento dei vasi sanguigni nel bianco degli occhi
- un colore meno intenso
- allargamento o gonfiore del bulbo oculare.
In presenza di un glaucoma, il gatto può perdere gradualmente la vista e ciò può procurare dolore e mal di testa, con conseguenze sull’appetito e sulla vivacità.
Può essere molto difficile determinare la terapia del glaucoma felino, in quanto di solito il gatto viene portato a visita quando purtroppo la situazione ormai è molto avanzata. Le cure farmacologiche servono per mantenere bassa la pressione intraoculare; di solito prevedono l’utilizzo di medicinali che disidratano il vitreo (glicerolo e mannitolo), diminuiscono la produzione dell’umor acqueo (inibitori dell’anidrasi carbonica topici), aiutano il deflusso dell’umor acqueo (betabloccanti).
La diagnosi rapida e la cura precoce consentono di evitare conseguenze gravi che possono portare il micio alla cecità. Ci sono casi che solo il veterinario può valutare, in cui anche un intervento di tipo chirurgico può migliorare la situazione ma dipende dal tipo di glaucoma e dalle sue origini.
Malattie degli occhi nel gatto: cataratta
Consiste nell’alterazione e nella perdita di trasparenza del cristallino o della lente intraoculare ed è comune nei gatti anziani. Nonostante alcuni mici non mostrino evidenti segni di diminuzione della vista, soprattutto quando la cataratta compromette solo un occhio, nei casi più avanzati, la malattia può progredire fino alla cecità.
Il sintomo principale è una opacizzazione della pupilla. Questa macchia opaca può rimanere piccola o aumentare di dimensioni con il tempo. Talvolta la cataratta si evolve rapidamente ricoprendo l’intera pupilla, con conseguente perdita della vista causata dall’opacità del cristallino. Il deterioramento della vista può essere variabile e la malattia può svilupparsi in uno o in entrambi gli occhi.
Gli altri sintomi che potrebbero presentarsi sono:
- deambulazione anormale
- camminata insicura
- calcolo delle distanze errato
- difficoltoso riconoscimento delle persone di casa
- variazione di colore degli occhi
- alterazione della dimensione o della forma della pupilla
Una diagnosi precoce è fondamentale per contrastare la progressione della malattia.
I gatti adulti che pur presentando una leggera opacità non manifestano problemi di visione, di solito non hanno bisogno di trattamento. Tuttavia, in tali casi è pur sempre opportuno aiutare il micio con alcuni colliri anti-infiammatori. Invece per i gatti che presentano problemi di vista, il trattamento più efficace (anche se molto costoso) è la sostituzione chirurgica del cristallino colpito. Un intervento chirurgico eseguito precocemente influisce favorevolmente sulla prognosi; l’operazione deve essere eseguita da un veterinario specializzato in oftalmologia.
La cataratta può facilmente confondersi con la sclerosi nucleare; pur manifestandosi con sintomi analoghi ed essendo anch’essa tipica dei gatti in età avanzata, la sclerosi nucleare, a differenza della cataratta, interferisce poco sulla vista e non richiede di solito alcun trattamento.
Malattie degli occhi nel gatto: uveite
E’ l’infiammazione dell’uvea (uno degli strati di cui è composto l’occhio) di cui fanno parte: l’iride, i corpi ciliari e la coroide.
Di solito le cause dell’uveite sono malattie sistemiche, che hanno cioè origine in altre parti del corpo, e sono, ad esempio: neoplasie, malattie infettive (FIV, FeLV, FILP, Toxoplasmosi), lesioni corneali, traumi e ferite.
I segni clinici possono variare da lievi (ad esempio lacrimazione abbondante, occhio chiuso) ad estremamente gravi (emorragia intraoculare, dolore intenso).
La visita oculistica, con particolare attenzione alle strutture intraoculari, è fondamentale. La misurazione della pressione intraoculare (IOP) è di valido aiuto. Altrettanto importante è individuare la patologia responsabile dell’uveite per effettuare una terapia mirata.
Lo scopo è di controllare l’infiammazione in modo da ridurre le possibili complicazioni (ad esempio un glaucoma). Generalmente questo viene fatto con l’uso di cortisonici in collirio o per bocca, e qualora la malattia sottostante sconsigli l’uso di cortisonici orali (ad esempio diabete, malattie infettive), si può optare per gli antinfiammatori non steroidei. Oltre questo, è necessario dilatare l’iride in modo tale da alleviare il dolore.
Se diagnosticata tempestivamente, trattata in maniera corretta e soprattutto se si riesce a diagnosticare e a trattare la patologia sottostante, la prognosi può non prevedere tempi lunghi.
Sfortunatamente, in una percentuale importante di casi non è possibile risalire alla causa e questo determina una terapia sintomatica che a volte necessita più tempo. E’ importante quindi fare delle visite di controllo per valutare bene l’evoluzione del quadro clinico. Casi particolarmente gravi possono comportare l’asportazione dell’occhio.
Malattie degli occhi nel gatto: terza palpebra e sindrome di Haw
La terza palpebra (o membrana nittante) è una vera e propria palpebra ulteriore, che si aggiunge a quella superiore ed inferiore, che parte dall’angolo interno dell’occhio, vicino al naso, per portarsi verso il lato esterno. E’ facilmente riconoscibile, si manifesta come una membrana biancastra lucida e piuttosto increspata, che si sposta in senso orizzontale, ricoprendo l’angolo interno dell’occhio.
In alcune specie animali come ad esempio rettili e uccelli, la terza palpebra è molto sviluppata, al punto che a volte copre l’occhio interamente. Nel gatto (ma anche nel cane) la membrana nittante viene aperta in poche occasioni e pur essendo piuttosto ampia, può arrivare a coprire metà della superficie totale dell’occhio.
Il micio (ma vale anche per il cane) “apre” di solito la terza palpebra solo quando dorme. Se osserviamo il nostro amico mentre è profondamente addormentato, notiamo che potrebbe avere gli occhi leggermente aperti. In questi casi possiamo avere l’impressione che l’occhio sia diventato bianco, ma in realtà si tratta proprio della terza palpebra che ricopre la porzione visibile dell’occhio.
Quando la terza palpebra diventa visibile si parla di procidenza o protrusione. Può capitare che la membrana nittante sia comunque visibile in uno o in entrambi gli occhi, anche se il micio è sveglio. La ragione principale è legata al dolore; i felini che avvertono dolore in qualunque parte del corpo, tendono infatti ad “aprire” la terza palpebra.
La sindrome di Haw si manifesta con una procidenza bilaterale della terza palpebra, non solo quando il gatto dorme, ma anche quando è sveglio. Una procidenza della terza palpebra perdurante nel tempo indica una patologia in corso. Solitamente durante la sindrome di Haw, il resto dell’occhio risulta del tutto normale e funzionante.
Tra le cause più comuni della sindrome di Haw troviamo:
- parassiti intestinali, soprattutto tenie
- infiammazioni o traumi dell’occhio
- problemi neurologici
- infezioni
- problemi gastrointestinali
- virus come FIVe FeLV
- uso di alcuni tranquillanti pre anestetici come l’acepromazina
- eccessivo sovraffaticamento (in questo caso la procidenza della terza palpebra è transitoria).
Se la procidenza della terza palpebra si manifesta solamente quando il gatto dorme, allora è normale e va considerata come una condizione fisiologica. Se invece si manifesta costantemente, anche con gatto sveglio, allora significa che c’è una patologia in corso, in tal caso portate il gatto dal veterinario.
Normalmente, se si riesce a stabilire la causa sottostante e a curarla, anche la procidenza scompare. Per esempio se la causa è una diarrea o una parassitosi intestinale, curando la causa, automaticamente la terza palpebra tornerà al suo posto.
Può capitare, inoltre, che la terza palpebra appaia diversa rispetto al solito. Tra le più comuni alterazioni troviamo soprattutto:
- occhio “a ciliegia”: con questo termine ci si riferisce all’estroflessione o prolasso della terza palpebra, ed in particolare della ghiandola lacrimale contenuta al suo interno. Questa è normalmente nascosta, ma in alcuni casi può fuoriuscire, per cui riusciamo a vederla esternamente. In questi casi noteremo la presenza di una struttura sporgente e rigonfia di colore rosso, alla quale è dovuto il nome della patologia;
- eversione della terza palpebra: in questo caso la membrana si ribalta letteralmente, rovesciandosi verso l’esterno.
In questi casi, quando la terza palpebra presenta delle alterazioni, potrebbe essere necessario ricorrere a terapie mirate, a base di antibiotici o antinfiammatori, fino all’intervento chirurgico, per riposizionarla oppure per asportarla parzialmente o interamente.
Oltre all’occhio a ciliegia e all’eversione, vi sono altre patologie della terza palpebra (ad esempio congiuntivite, lesioni), che possono provocare molto fastidio al micio ma soprattutto possono esporre l’occhio a una serie di complicazioni anche gravi, perciò non trascurate mai il problema.
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