Malattie degli occhi nel caneMalattie degli occhi nel cane: gli occhi del cane, come del resto ogni altra area del suo corpo, necessitano di cura e attenzione da parte nostra. E’ essenziale accorgersi da sintomi e segnali che qualcosa non va negli occhi del nostro caro amico, così da rivolgersi subito al veterinario per una cura adeguata e rapida.

Malattie degli occhi nel cane: sintomi

Innanzitutto, se il nostro cane è sano, i suoi occhi devono essere limpidi e puliti, privi di secrezioni insolite o infiammazioni.

Tra i principali sintomi di malattia degli occhi troviamo:

  • rossore o infiammazione degli occhi o dell’interno delle palpebre;
  • superficie oculare appannata od opaca;
  • formazione abbondante di cispe (miscela di muco, cellule epiteliali, lipidi e lacrime prodotte durante il sonno dall’occhio) verdi, bianche o giallognole;
  • colore opaco della superficie oculare;
  • lacrimazione abbondante o presenza di secrezioni anomale;
  • sporgenza della cosiddetta “terza palpebra” all’interno dell’occhio;
  • pelo che circonda gli occhi macchiato di lacrime.

Molti problemi e disturbi degli occhi possono portare il cane alla cecità. E’ essenziale, quindi, capire da alcuni segnali se il vostro amico presenta un abbassamento della vista:

  • urta spesso contro i mobili (soprattutto quando c’è meno luce);
  • si muove di meno rispetto a prima;
  • è titubante nel salire o scendere le scale;
  • si disinteressa al gioco;
  • sembra che non ci riconosca immediatamente;
  • non esegue più certi comandi che gli venivano impartiti solo con i gesti della mano;
  • ha difficoltà che prima non aveva a compiere salti di una certa altezza;
  • si spaventa o aggredisce quando ci avviciniamo.

Alcuni test che utilizzano i veterinari per verificare la qualità della vista del cane:

  • Lasciate cadere un batuffolo di cotone nel suo campo visivo. Segue il movimento con gli occhi?
  • Posizionate degli ostacoli nella stanza e fatelo passeggiare. Riesce ad evitarli?
  • Accendete una luce abbastanza intensa e puntatela verso i suoi occhi. Sembra dargli fastidio?

Di seguito, le principali malattie degli occhi nel cane:

  • Congiuntivite
  • Ulcera corneale
  • Cheratocongiuntivite secca
  • Entropion
  • Ectropion
  • Glaucoma
  • Cataratta
  • Uveite

Malattie degli occhi nel cane: congiuntivite

Dott. Stefano Giordani (Ambulatorio Veterinario Orsa Maggiore, Roma):

“La congiuntivite è un’infiammazione della congiuntiva, una membrana mucosa presente sulla parte anteriore dell’occhio e all’interno delle palpebre. E’ molto frequente in medicina veterinaria. Iniziamo subito col dire che quasi mai la causa è ilcolpo d’aria” che si sente sempre tirare in ballo. Il veterinario non dovrebbe essere soddisfatto se si limita a riconoscere una congiuntivite: le due domande che si deve porre sono: che tipo di congiuntivite è (irritativa, traumatica, batterica, virale, fungina, parassitaria, allergica…)? C’è solo congiuntivite o c’è anche altro?”


“Infatti la congiuntivite è molto frequente in corso di patologie che riguardano altre parti dell’occhio (palpebra, ghiandole lacrimali, corpi estranei…). Vedere l’occhio arrossato, con un po’ di lacrimazione anomala, e cercare di trattare soltanto quello, è un approccio molto superficiale: bisogna sempre curarsi di scoprire se non ci sia qualcosa di più serio dietro.
Non è banale ricordare che nel cane (a differenza che nel gatto) la congiuntivite batterica è quasi sempre secondaria ad altre malattie, quindi la semplice instillazione di colliri antibiotici può non essere sufficiente per risolvere il problema; inoltre i proprietari di solito usano dosaggi di colliri che possono andar bene nell’uomo, ma non nel cane, creando così spiacevoli fenomeni di antibiotico-resistenza.”

“Molti proprietari ricorrono ai “rimedi della nonna”: il leggendario impacco con la camomilla è di solito il primo approccio a qualsiasi problema oculistico del cane. Sorvolando sui potenziali effetti collaterali (la camomilla potrebbe innescare reazioni allergiche anche serie, e gli impacchi caldi possono essere controindicati in alcune patologie), la principale controindicazione di questi rimedi è che il proprietario, nell’attesa di vedere miglioramenti, ritarda nel portare il cane dal veterinario. Questo ritardo è un problema marginale nel caso di una banale congiuntivite, ma in certi casi può diventare pericoloso: ci sono infatti altre patologie oculistiche più serie che il proprietario può scambiare per una congiuntivite ma che richiedono un approccio rapido e preciso prima che si inneschino spiacevoli conseguenze.”

“Ho deciso di scrivere questo breve articolo proprio dopo una telefonata della settimana scorsa. Il proprietario mi ha chiamato dicendomi che da alcuni giorni stava trattando la congiuntivite del suo cane con un collirio consigliatogli dal farmacista. E’ bene ricordare che i farmacisti non sono la figura professionale adatta a formulare diagnosi e impostare terapie (i farmacisti seri questo lo sanno bene). E ovviamente non lo sono nemmeno l’amico che ha il cane da tanti anni o il titolare del negozio di mangimi per cani (è successo, è successo).
Come può finire una storia nella quale è il proprietario a emettere una diagnosi ed è un farmacista poco professionale a impostare una terapia? Male, ovviamente. I colliri non sono tutti uguali, e non c’è “il” collirio che va bene per tutto. Darne uno a caso è come decidere di sostituire un pezzo a caso dell’automobile solo perché si sente un rumore strano proveniente dal motore”.


“Il cane aveva sì una congiuntivite, ma cosa ben più grave aveva anche una lesione corneale. Il collirio a base cortisonica che è stato impropriamente somministrato al cane ha avuto lo spiacevole effetto di peggiorare il quadro clinico, e una lesione che con una diagnosi corretta (e tutto sommato banale) si sarebbe potuta risolvere utilizzando un paio di colliri giusti si è allargata, infettata, e trasformata in una corsa sul tavolo operatorio per una chirurgia corneale”.

“Proprio per evitare ai cani disagi di questo tipo (e ai proprietari disagi anche economici!), ogni cane con congiuntivite dovrebbe essere sottoposto a una visita dal veterinario, il quale per emettere una diagnosi dovrà utilizzare un’apposita strumentazione ed effettuare almeno dei test di base (test della lacrimazione di Schirmer, colorazione con fluoresceina…). Si tratta di test rapidi, efficaci e assolutamente indolori, ma che possono fare la differenza fra una terapia a base di colliri e la corsa su un tavolo operatorio”.

Malattie degli occhi nel cane: ulcera corneale

Spesso, l’ulcera corneale (cheratite ulcerativa) è una delle conseguenze di una congiuntivite trascurata. L’infiammazione si sposta dallo strato superficiale della congiuntiva più nel profondo, corrodendo la cornea, la parte trasparente dell’occhio.

Ambulatorio Veterinario Avanzi-Mori (Castelfranco Veneto, Treviso):

La cornea è la parte anteriore dell’occhio, completamente trasparente. Per la sua posizione è esposta a traumi come graffi e ferite penetranti che possono lederla causano una ferita detta ulcera. L’ulcera corneale è molto dolorosa e si accompagna ad arrossamento della congiuntiva e lacrimazione; l’animale tiene l’occhio chiuso e spesso lo sfrega con la zampa, aggravando il problema.

Le cause più comuni di ulcera corneale sono le seguenti:

  • Ferite causate da piante, cespugli, spine.
  • Graffi causati da un altro animale.
  • Autotraumatismo (l’animale ha fastidio all’occhio o alle palpebre per qualche altro problema e finisce per graffiarsi la cornea).
  • Contatto con sostanze irritanti (ad esempio lo shampoo durante il bagno).
  • Lesioni da corpo estraneo (un frammento vegetale, spesso un forasacco, può infilarsi nella congiuntiva e graffiare la cornea).
  • Anomalie congenite delle palpebre o delle ciglia che traumatizzano costantemente la cornea (entropion, distichiasi, ciglia ectopiche).

Le razze brachicefale (es. boxer e pechinese tra i cani, siamese tra i gatti) sono particolarmente predisposte alla formazione di ulcere corneali a causa dei loro occhi sporgenti, più soggetti a traumi.

La presenza di un’ulcera può non essere immediatamente evidente alla visita, soprattutto se è piccola e superficiale, ma la si può mettere in evidenza con un particolare colorante detto fluorescina. La fluorescina scivola via dalla cornea intatta, ma se è presente un’erosione vi si attacca, rendendola ben visibile.

Terapia

L’ulcera corneale è un problema serio, sia perché è molto dolorosa sia perché se non trattata adeguatamente può causare danni permanenti alla vista e addirittura la perdita dell’occhio. Se l’animale presenta un occhio arrossato e dolente e/o lacrima, occorre farlo visitare al più presto.

Per prima cosa il veterinario cerca di capire se la causa dell’ulcera può dipendere da un difetto congenito (in tal caso in genere si manifesta su un animale giovane) o da un corpo estraneo conficcato nell’occhio. È fondamentale escludere quest’ultima eventualità, altrimenti l’ulcera anziché guarire peggiorerà. Per far ciò, in genere si applica all’occhio un collirio anestetico e con una pinzetta si solleva la congiuntiva per verificare che non vi sia nulla al di sotto. Per questi motivi è importante evitare i trattamenti casalinghi facendo controllare l’occhio dolente dal veterinario.

Fatto ciò, occorre trattare l’ulcera con dei farmaci. Poiché la cornea danneggiata può facilmente andare incontro a infezioni, se non è già infetta, si applica localmente un antibiotico 3-4 volte al giorno, sotto forma di collirio o pomata oftalmica.

Per trattare il dolore che accompagna l’ulcera si applica all’occhio un farmaco a base di atropina. Il dolore per la maggior parte è causato dallo spasmo dell’iride; poiché l’atropina paralizza temporaneamente il muscolo irideo aiuta a controllare il dolore.
La pupilla dilatata non è in grado di contrarsi pertanto fino a che sta ricevendo questa terapia è bene che l’animale non sia esposto alla luce intensa, che gli causerebbe disagio. È normale che i gatti salivino profusamente dopo l’applicazione nell’occhio di atropina, perché questa attraverso il dotto lacrimale viene drenata nelle narici e può venire leccata. Il suo gusto amaro infastidisce i gatti, mentre i cani non sembrano farci caso.

In alcuni casi è consigliato applicare un collare elisabettiano per impedire che l’animale sfreghi l’occhio con la zampa fino a che non è guarito.

Nei casi più gravi, si procede a proteggere l’occhio suturando temporaneamente le palpebre.

La terapia va seguita scrupolosamente. Se non trattata, l’ulcera può approfondirsi con diffusione dell’infezione a tutto l’occhio e la perdita della vista.

L’occhio va ricontrollato periodicamente dal veterinario per verificare che stia guarendo. Le ulcere non complicate se trattate adeguatamente guariscono in circa una settimana ma a volte richiedono qualche giorno in più. Se l’ulcera non è guarita dopo due settimane significa che qualcosa non va come dovrebbe e in tal caso sono necessarie ulteriori procedure; può anche essere consigliabile la visita di un oftalmologo veterinario.

Ulcera indolente

A volte l’ulcera non rimpicciolisce, nonostante la terapia adeguata, e poiché non tende alla guarigione viene definita “indolente” (che non significa non dolorosa ma “pigra”, nel senso di pigra a guarire). Ciò può accadere perché l’ulcera è ricoperta da uno strato di tessuto corneale staccato dalla base (una specie di bolla) che impedisce alla lesione di guarire. Per ovviare a ciò si deve procedere con un trattamento che asporti questo strato ripristinando la normale cicatrizzazione.

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Malattie degli occhi nel cane: cheratocongiuntivite secca

E’ dovuta alla mancanza di lacrimazione nell’occhio, per cui si secca la sua parte superficiale, impedendo alle palpebre di scorrere. Si riconosce perché il cane incontra difficoltà a chiudere gli occhi e l’occhio, in genere, è opaco e perde brillantezza. E’ molto dolorosa, e per questo va curata immediatamente.

Se i dotti lacrimali sono ostruiti, si opera chirurgicamente. Se il cane produce, invece, poche lacrime (per motivi genetici, ad esempio) si opta per una terapia (che può durare tutta la vita) che prevede l’uso di specifici colliri. La prima fase della terapia, in cui è necessario rimuovere l’irritazione data dallo sfregamento, è la più difficile.

Malattie degli occhi nel cane: entropion

E’ una malattia dell’occhio in cui la palpebra ripiega verso l’interno. Se il problema è lieve, può curarsi con il collirio, altrimenti è necessario un intervento chirurgico, anche in considerazione del fatto che il dolore è costante e forte.

Centro Veterinario Specialistico (CVS, Roma):

L’entropion consiste in un’anormale posizione del bordo palpebrale, che risulta “arrotolato” verso l’interno. Questa condizione determina lo sfregamento dei peli sulla cornea, che quindi subisce delle continue abrasioni.

Frequentemente è causato da una conformazione anomala della palpebra su base ereditaria. Occasionalmente può essere causato da uno spasmo delle palpebre a seguito di patologie dolorose dell’occhio (“entropion spastico”).

Tutte le razze possono presentare entropion, ma tra quelle predisposte si ricordano: Bulldog, Bloodhound, Chow Chow, Shar-Pei, Rottweiler, Labrador e Golden Retriever.

Sintomi

Molti proprietari si accorgono che il cane tende a tenere l’occhio chiuso e che è presente una notevole lacrimazione. Spesso entrambi gli occhi sono colpiti simultaneamente (palpebra superiore, inferiore od entrambe). L’entropion su base ereditaria in genere colpisce i cani giovani (meno di 1 anno).

Diagnosi

Una visita oculistica completa è necessaria per accertare che non ci siano patologie dolorose a carico dell’occhio in grado di determinare “entropion spastico”. In assenza di tali patologie l’anormale posizione del bordo palpebrale rende evidente la diagnosi.

Trattamento

E’ necessario il trattamento chirurgico che consiste nell’asportazione di una sottile striscia di cute proprio al di sotto o al di sopra della palpebra interessata. Se il cane è molto giovane, si possono applicare delle suture temporanee che estroflettono la palpebra, in attesa che il cucciolo sia sufficientemente cresciuto per l’intervento chirurgico. Se l’entropion non viene corretto i peli della palpebra continuamente in contatto con la cornea determinano delle lesioni corneali che sono causa, a loro volta, di dolore, ulcere corneali, cheratite cronica e pigmentazione corneale.

Nella maggior parte dei casi la chirurgia è definitiva. In alcune razze (Es: Shar-Pei e Chow Chow) può esserci un entropion particolarmente grave e complesso che potrebbe richiedere più interventi correttivi.

Prima di procedere alla chirurgia il vostro animale verrà sottoposto a un’accurata visita da parte dell’anestesista in modo tale da “cucire su misura” il protocollo anestesiologico più adatto. Una volta indotta l’anestesia generale potrà cominciare la chirurgia.

Appena dopo la chirurgia, la palpebra sembrerà appena piegata verso l’esterno a causa del gonfiore dato dalla manipolazione chirurgica. Può essere presente uno scolo sieroso o sieroemorragico per qualche giorno: sarà sufficiente pulirlo accuratamente e delicatamente con una garza pulita. Fondamentale sarà far indossare il collare di Elisabetta giorno e notte in modo tale che il cane non vada a grattarsi le ferite chirurgiche. Dopo 7-10 giorni sarà necessario rimuovere i punti di sutura, in occasione della visita di controllo postchirurgica.

Sarà necessario somministrare colliri o pomate oftalmiche fino alla visita di controllo, importante per valutare la corretta guarigione.

Malattie degli occhi nel cane: ectropion

E’ una malattia dell’occhio in cui la palpebra ripiega verso l’esterno. Se il problema è lieve, può curarsi con il collirio, altrimenti è necessario un intervento chirurgico, anche in considerazione del fatto che il dolore è costante e forte.

Questo problema porta a un’esposizione eccessiva del sacco congiuntivale, che è sottoposto a un maggior rischio di infiammazione. Infatti, la parte inferiore dell’occhio si troverà più esposta agli agenti atmosferici, alla polvere, ai batteri, alla frizione dell’aria.

L’ectropion è anche una malattia congenita e si ritrova più facilmente in alcune razze: San Bernardo, Boxer, Mastino Napoletano, Bloodhound, Cane Corso, Cocker Spaniel, ecc.

Il ripiegamento della palpebra all’esterno può verificarsi anche a causa dell’età avanzata, oppure a seguito di eventi traumatici o chirurgici.

Trattamento

Se il problema è lieve e si vuole tentare di risolverlo senza eseguire un intervento chirurgico, si deve fare attenzione a non esporre il cane a eventi atmosferici fastidiosi ed effettuare una pulizia quotidiana dell’occhio, rimuovendo il muco in eccesso ed eliminando le impurità con acqua borica.

In ogni caso, è bene sempre rivolgersi prima al veterinario, che indicherà le linee d’azione migliori.

Nel caso si debba ricorrere a terapia chirurgica, è bene ricordare che l’intervento in un soggetto giovane potrebbe venir compromesso dal processo di crescita. Inoltre, a volte l’intervento potrebbe non essere risolutivo e il problema ripresentarsi.
L’intervento chirurgico non dovrebbe mai essere eccessivo, per non rischiare di ritrovarsi poi nella situazione di una palpebra troppo rivolta verso l’interno (entropion).

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Malattie degli occhi nel cane: glaucoma

E’ una grave patologia che può dipendere da diverse cause. Una forte alterazione nel sistema di drenaggio dell’umor acqueo (il fluido contenuto nell’occhio) provoca un aumento della pressione oculare. I liquidi premono su retina e nervo ottico, generando la patologia.

Negli stadi avanzati, si può notare visibilmente un aumento di volume dell’occhio colpito.

E’ essenziale intervenire precocemente con la terapia medica, anche per lenire il forte dolore. Quando né la terapia medica né quella chirurgica riescono a risolvere il problema, è necessario asportare l’occhio, non più funzionale e fonte di costante e forte dolore. Dopo l’operazione è possibile, per il solo scopo estetico, innestare una protesi oculare.

Un cane senza un occhio può, comunque, condurre una vita assolutamente normale, sopperendo alla mancanza con gli altri sensi.

Malattie degli occhi nel cane: cataratta

Dott.ssa Laura Pallante (Clinica Veterinaria Spinaceto, Roma):

La cataratta nel cane, come per noi uomini, è spesso correlata alla vecchiaia. Ma può insorgere per altre ragioni, come il diabete, il glaucoma, per una lesione, un’infezione o per una predisposizione genetica. La cataratta diminuisce molto la vista del cane, portandolo alla cecità.

La cataratta è facilmente individuabile, sia nell’aspetto esteriore che nel comportamento del cane. Uno strato biancastro sull’occhio, occhi rossi, lacrimanti, uniti a movimenti del cane un po’ goffi ci deve far comprendere che il problema degli occhi sta diventando importante.

La visita dell’oculista veterinario è necessaria per verificare lo stato di salute del cane, eventuali alterazioni del sangue e lo stadio di avanzamento della malattia.

Dopo la diagnosi completa, si può intervenire con terapie antinfiammatorie o con la rimozione chirurgica della cataratta, intervento ormai sempre più diffuso, con percentuali molto alte di successo.

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Malattie degli occhi nel cane: uveite

Centro Veterinario Specialistico (CVS, Roma):

L’uveite è l’infiammazione dell’uvea, uno degli strati di cui è composto l’occhio. Fanno parte dell’uvea l’iride (il “diaframma” dell’occhio), i corpi ciliari (che producono il liquido presente all’interno dell’occhio) e dalla coroide (che nutre la retina).

Molte sono le potenziali cause di uveite: neoplasie, malattie infettive ( nel cane: leishmaniosi, ehrlichiosi, rickettsiosi, brucellosi ed altre; nel gatto: FIV, FeLV, FIP, bartonellosi, toxoplasmosi ed altre ancora), traumi, lesioni corneali, ferite penetranti, malattie immunomediate. Anche il cristallino può essere fonte di uveite (per cataratta o fuoriuscita del suo contenuto). Ogni trattamento chirurgico intraoculare determina l’insorgenza di uveite.

A causa del suo imponente afflusso sanguigno, l’uvea è un facile bersaglio di patologie che possono avere origine in altri distretti dell’organismo, facendo si che l’uveite possa essere uno dei primi segni di una malattia sistemica

Sintomi

L’uveite non è una malattia in sé ma è solo un’infiammazione causata da una patologia. Quindi i segni clinici possono essere molto variabili, da lievi (ammiccamento frequente, lacrimazione abbondante, occhio chiuso) a estremamente gravi (emorragia intraoculare, intenso dolore, ecc.). In ogni caso l’animale tende a mostrare segni di fastidio localizzato agli occhi associato o meno a segni di nervosismo.

Diagnosi

E’ fondamentale la visita oculistica completa con particolare attenzione alle strutture intraoculari. La misurazione della pressione intraoculare (IOP) è di valido aiuto perché una infiammazione che coinvolge anche i corpi ciliari determina una riduzione nella produzione del liquido che circola all’interno dell’occhio, riducendo quindi i valori della pressione al di sotto dei valori normali. Ogni sforzo deve essere fatto per determinare la causa scatenante l’uveite.

Terapia

Molto dipende dalla patologia sottostante l’uveite. E’ importante quindi fare delle analisi del sangue complete in modo tale da individuare, quando possibile, la malattia responsabile ed effettuare una terapia mirata. Lo scopo è quello di controllare l’infiammazione in modo da ridurre le possibili complicazioni (es: glaucoma secondario). Generalmente questo viene fatto con l’uso di cortisonici in collirio o per bocca e qualora la malattia sottostante sconsigli l’uso di cortisonici orali (es: diabete, malattie infettive), si può optare per gli antiinfiammatori non steroidei. Oltre a questo è necessario dilatare l’iride in modo tale da alleviare il dolore.

Prognosi

Se presa tempestivamente e trattata in maniera corretta, spesso la prognosi è buona, soprattutto se si riesce a diagnosticare e a trattare la patologia sottostante. Sfortunatamente, in una percentuale importante dei casi non è possibile risalire alla causa e questo determina una terapia sintomatica che a volte necessita di tempi lunghi. E’ importante quindi fare delle visite di controllo per valutare bene l’evoluzione del quadro clinico. In alcuni pazienti inoltre l’uveite può essere indomabile e richiedere la rimozione dell’occhio.

Sarà necessario somministrare colliri o pomate oftalmiche fino alla visita di controllo, importante per valutare la corretta guarigione.

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