Leucemia linfoblastica acuta percentuali di guarigioneLeucemia linfoblastica acuta percentuali di guarigione: la leucemia linfoblastica (o linfoide) acuta è una neoplasia abbastanza rara causata dalla proliferazione maligna di un particolare tipo di cellula, il linfoblasto. La patologia progredisce molto rapidamente e origina dalle cellule ematiche immature. E’ una malattia che colpisce soprattutto in età infantile.

Leucemia linfoblastica acuta percentuali di guarigione

Più dell’80% dei bambini e circa il 30-40% degli adulti sotto i 60 anni affetti da leucemia linfoblastica acuta guariscono. Per i pazienti anziani (sopra i 60 anni) la percentuale di guarigione è di circa il 10%.

Leucemia linfoblastica acuta percentuali di guarigione: sintomi

I sintomi della LLA sono dovuti al cattivo funzionamento del midollo osseo causata dalla proliferazione incontrollata delle cellule tumorali. La produzione naturale e normale dei globuli bianchi, globuli rossi e piastrine è ostacolata, determinando la malattia e i segni attraverso cui si manifesta.


Calo generale di energia, debolezza, affaticamento derivano dall’anemia causata dalla carenza di globuli rossi. Emorragie (anche gravi) gengivali, nasali, alla pelle sono determinate dal basso numero di piastrine. Le infezioni frequenti e la minor efficacia del sistema immunitario sono dovuti alla carenza di globuli bianchi.

Tra i sintomi sistemici troviamo: dolori ossei e articolari, senso di malessere generale, febbre (causata dalle sostanze infiammatorie prodotte dalle cellule tumorali), sudorazione e calo di peso. Si possono osservare anche ingrossamento del fegato, della milza e dei linfonodi. Possono manifestarsi inoltre mal di testa e altri sintomi neurologici (paralisi che interessano il viso o gli organi di senso, diminuzione del battito cardiaco, vomito).

Leucemia linfoblastica acuta percentuali di guarigione: terapia

La scelta della terapia dipende da alcuni fattori legati al paziente e alla patologia. La chemioterapia rappresenta il trattamento standard, che deve iniziare subito dopo la diagnosi di LLA. In generale, il percorso  chemioterapico si può suddividere in alcune fasi.

La prima fase, di induzione, ha lo scopo di raggiungere una remissione completa. I farmaci vengono somministrati per infusione (flebo) e la fase dura circa 1-2 mesi. La seconda fase, di consolidamento, serve a rafforzare i risultati ottenuti. Una terapia più aggressiva (somministrata sempre per infusione) tenterà di eliminare la piccola quantità di cellule leucemiche sopravvissute alla prima fase. La durata di questa fase è di circa 4 mesi.

Segue poi la fase di mantenimento, che dura 1-2 anni e serve a tenere sotto controllo eventuali cellule tumorali sopravvissute ai primi trattamenti. Si prende per via orale (pillole). I farmaci utilizzati sono, ad esempio, 6-mercaptopurina, metotressato, ecc.


Per evitare che la patologia si sviluppi anche a livello del sistema nervoso centrale, si adotta un trattamento iniettando i farmaci chemioterapici direttamente nel fluido cerebrospinale attraverso punture lombari.

Se i pazienti non rispondono alla chemioterapia si può ricorrere al trapianto di cellule staminali emopoietiche, che consiste nella sostituzione delle cellule malate del midollo (colpite da forti dosi chemioterapiche o di radioterapia) con cellule sane. Nella LLA viene preferito il trapianto allogenico a quello autologo.

Imatinib e Nilotinib

Negli ultimi anni, i cosiddetti farmaci “intelligenti” stanno mostrando un’ottima efficace nel contrastare leucemia e altre patologie tumorali. Il farmaco Imatinib aumenta del 15% le possibilità di guarigione per i pazienti che hanno contratto la LLA positiva per il cromosoma Philadelphia, una delle forme più resistenti alla chemioterapia e al trapianto di midollo.

Il Nilotinib sembra produrre risultati ancora migliori.

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