Per innesto si intende una tecnica agraria finalizzata alla moltiplicazione agamica delle piante che consiste nel saldare su una pianta parte di un’altra pianta. E’, in sostanza, una forma di trapianto, e si usa a volte un rametto e a volte un “occhio” o gemma, soprattutto nei rosai.
La buona riuscita dell’innesto dipende da molti fattori, uno tra i quali è quello che i tagli praticati risultino il più possibile uguali e perfettamente coincidenti.
Il periodo più adatto per praticare questo metodo è generalmente la primavera o il termine dell’estate.
Un innesto, per attecchire, richiede temperature di 25-30°C, idonee a stimolare la formazione del callo, ma è anche imperativa la presenza di un’elevata umidità per evitare la disidratazione.
La parte che presta l’apparato radicale all’individuo che sopporta l’innesto si chiama comunemente portainnesto, soggetto o selvatico; quella che fornisce l’apparato aereo e che viene innestata sopra viene detta marza, nesto o oggetto.
I motivi per cui si innesta sono molteplici: si può innestare per diffondere varietà di pregio (sopra un portainnesto vigoroso ma di scarso interesse, viene inserita una marza che produce fiori e frutti pregiati), oppure per coltivare una determinata specie o varietà in un terreno a essa inadatto (la si fornisce cioè di un portainnesto adatto al luogo di coltivazione). Ancora, si innesta per evitare l’attacco di alcuni parassiti, per irrobustire un ramo, ringiovanire una chioma, impollinare una pianta, ecc.
Innesto: piante più adatte
Tecnica di riproduzione utilizzata generalmente per cambiare le caratteristiche di una pianta, l’innesto viene spesso praticato su alberi selvatici ed infruttiferi, consentendo loro di produrre frutto. Perché l’innesto attecchisca e dia buoni risultati è indispensabile che esso venga eseguito nell’epoca adatta, che si realizzi un contatto intimo e diretto fra il cambio del soggetto e quello della marza e soprattutto che fra questi vi sia affinità. Infatti, nella pratica l’innesto si esegue solo fra varietà della stessa specie o fra specie molto affini: per esempio, il pero si innesta su cotogno o su biancospino; il pesco su albicocco, mandorlo e susino, ecc.
Tipologie di innesto
Innesto a gemma (anche definito a scudetto): è certamente uno dei più semplici e con maggiori probabilità di riuscita. Viene prevalentemente praticato su rose ed alberi da frutto. Si distingue in due tipologie, “a gemma dormiente”, che, effettuato in autunno, si andrà a sviluppare in primavera e “a gemma crescente” che, eseguito in primavera, andrà a svilupparsi rapidamente, essendo questa la stagione nella quale le piante sono “in succhio” (periodo in cui la pianta è caratterizzata da un’attiva circolazione della linfa).
Si effettua mediante asportazione di una gemma da un esemplare sano della pianta da innestare. Sul soggetto si pratica un taglio a forma di T di larghezza appena superiore a quella della gemma (acquista su Amazon un coltello da innesto). Alzati i lembi del taglio a T, vi si inserisce la gemma, che viene legata stabilmente alla nuova sede.
Particolare attenzione bisogna porre nel non orientare la gemma nel verso contrario alla sua naturale crescita, per evitare che il ramo cresca prima verso il basso per poi ripiegare rapidamente in alto alla ricerca della luce.
Innesto a spacco: si esegue generalmente in primavera. I rami da cui si ricavano le marze, prelevate da esemplari robusti, devono avere un anno di vita circa. Il soggetto si capitozza, aprendo una fenditura diametrale di alcuni centimetri. La marza, appuntita e tagliata ai suoi due lati, andrà collocata nello spacco del portainnesto e ricoperta con apposito mastice.
Innesto a corona: si praticano due o più incisioni, dove verranno poste, fissate con il mastice e legate le marze. Una particolare declinazione di questo tipo di innesto prende il nome di “innesto a doppio spacco inglese” e si utilizza in prevalenza con le viti. In questo caso il diametro del soggetto coincide con quello della marza.
Innesto a ponte: non viene eseguito per consentire la moltiplicazione della pianta, ma prevalentemente quando le piante risultano particolarmente danneggiate e la loro sopravvivenza messa a rischio. Con questa tecnica le marze vengono prelevate dalla stessa pianta che le ospiterà e applicate sulle zone sane, adiacenti quelle danneggiate, per consentire alla pianta di riacquistare in salute e in bellezza.
Innesto per sovrapposizione: è la tecnica destinata generalmente alle piante grasse. In questo caso, viene effettuato l’innesto quando sono vicine a un certo grado di decomposizione. Si esegue praticando un taglio sulla pianta e uno sulla marza, si provvede poi alla sovrapposizione facendo aderire bene le due parti con una leggera pressione per poi legarle le due parti con degli elastici.
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