Cure sperimentali tumore polmoneCure sperimentali tumore polmone: quando il tumore del polmone raggiunge uno stadio di differenziazione tale per cui non è più pensabile il solo trattamento chirurgico, ecco che lo sviluppo di farmaci mirati può sensibilmente aumentare l’aspettativa di vita dei malati.

Cure sperimentali tumore polmone: molecola Pemetrexed

La molecola Pemetrexed, utilizzata nella terapia di I linea e poi data come mantenimento, attraverso una nuova modalità nel protocollo di somministrazione riesce ad aumentare la sopravvivenza dei pazienti con la forma più comune di carcinoma polmonare con una riduzione del 22% del rischio di mortalità e del 38% di progressione della malattia.


Continuando a somministrare Pemetrexed ai pazienti come terapia di mantenimento dei risultati ottenuti dopo i primi cicli di terapia, si registra un significativo aumento della sopravvivenza.
Il dato è ancora più rilevante se consideriamo l’ottimo profilo di tollerabilità di Pemetrexed. Nello studio Paramount, infatti, non vi è stato alcun peggioramento della qualità di vita di pazienti trattati con Pemetrexed rispetto al placebo.

Cure sperimentali tumore polmone: terapia personalizzata

Molto spesso le forme di adenocarcinoma polmonare che colpiscono i non fumatori presentano una specifica mutazione a livello del gene denominato “EGFR”.

In uno studio presentato a Chicago è stato mostrato che, grazie allo sviluppo di un farmaco intelligente (afatinib) che agisce proprio a livello di questa mutazione, i pazienti con carcinoma polmonare avanzato con mutazione EGFR possono trarre benefici in termini di sopravvivenza libera da progressione della malattia e qualità di vita attraverso terapie target, rispetto alla chemioterapia standard.

In Italia il 79% dei pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) viene sottoposto al test per individuare le mutazioni di EGFR prima della terapia di prima linea. Nel 67% dei casi i risultati del test sono disponibili prima dell’inizio della terapia di prima linea. I risultati guideranno le scelte della terapia, per garantire che i pazienti ricevano trattamenti specifici appropriati sulla base del tipo di tumore. E’ essenziale, quindi, che si attenda l’esito del test (circa una settimana) per impostare la terapia di prima linea più efficace.

Cure sperimentali tumore polmone: immunoterapia

Si sta sempre più diffondendo un approccio complementare chiamato “immunoterapia”. Obiettivo di questo nuovo modo di combattere il tumore è di scatenare il sistema immunitario affinché elimini le cellule cancerose.

Dopo più di 40 anni, in Italia il trattamento di prima linea per chi riceve una diagnosi di tumore al polmone in stadio avanzato non sarà più la chemioterapia, ma si potrà contare su un approccio personalizzato e sull’immunoterapia. Chi presenta un carcinoma polmonare non a piccole cellule che esprima il biomarcatore PD-L1 potrà infatti accedere a pembrolizumab, una nuova terapia immuno-oncologica.


Lo studio che ha condotto all’approvazione della molecola in prima linea (su più di 300 persone) ha dimostrato che a un anno il 70% dei pazienti trattati con pembrolizumab è vivo rispetto a circa il 50% con chemioterapia. Sono stati osservati una riduzione del rischio di morte del 40% e una riduzione del rischio di progressione della malattia del 50% nei pazienti trattati con pembrolizumab, ed è risultata triplicata la sopravvivenza libera da progressione di malattia che, a un anno, raggiunge il 48% rispetto al 15% con chemioterapia.

Altro farmaco immunoterapico efficace è il Nivolumab

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