Anche se non è necessaria una particolare abilità per prendersi cura del proprio bonsai, il rispetto di alcune regole fondamentali può aiutarvi a sostenere la crescita delle vostre piantine in tutte le fasi del loro sviluppo.
Cura del bonsai: attrezzatura
L’attrezzatura usata per le tecniche bonsai non si differenzia molto da quella normalmente utilizzata in giardinaggio, eccettuati due attrezzi brevettati dai maestri bonsaisti giapponesi: la pinza a taglio concavo, che permette di recidere i rami provocando una leggera concavità nel punto di asportazione. Col rimarginarsi della ferita la concavità viene ricoperta dalla nuova corteccia e gli effetti antiestetici prodotti dalla potatura vengono così cancellati. Il secondo strumento, abbastanza difficile da utilizzare, è la pinza jinning, che permette di lavorare la corteccia in maniera da ottenere su di essa effetti particolari.
Altri attrezzi sono: forbici larghe e forti per recidere le radici; forbici piccole e forti per il taglio di branche e sottobranche; forbici per recidere i germogli; tronchesino per recidere i fili metallici e per effettuare la legatura e la slegatura; rastrellino munito di spazzola per rinvasi; pinzette per la rimozione di foglie morte, oggetti estranei, parti necrotizzate; bastoncino appuntito per la pulizia delle radici; scopino per pulire; un tavolino, oppure un altro comodo appoggio. Acquista su Amazon gli attrezzi per prenderti cura del bonsai
Cura del bonsai: terreno e concimazione
La scelta del terriccio dipende anche dal clima in cui viviamo. Il terriccio deve essere ricco di sostanza organica e di sali minerali, molto ben drenati e aerati, altrimenti la radice potrebbe andare in putrefazione e creare grandi problemi. E’ meglio utilizzare un terriccio non particolarmente compatto, per non ostacolare uno sviluppo ottimale dell’apparato radicale. Acquista su Amazon
E’ necessario intervenire con una concimazione equilibrata (acquista su Amazon), che contenga tutti gli elementi nutritivi necessari alla vita del bonsai. Spesso si utilizzano terricci composti da torba sbriciolata, combinata ad alcuni elementi che ne facilitano la permeabilità. Il lapillo o la pietra pomice, di granulometria abbastanza fine, sono sostanze utilizzate spesso.
Anche l’Akadama (acquista su Amazon), terriccio argilloso di origine vulcanica, viene spesso aggiunto a comporre il terreno ideale alla crescita della pianta: oltre alle sue proprietà che favoriscono un buon drenaggio, è anche prediletta per il suo magnifico colore e aspetto.
Cura del bonsai: il rinvaso
Per favorire uno sviluppo ottimale al bonsai è necessario un sistematico rinvaso (sostituendo tutto il terriccio): uno ogni anno per le piante più giovani, ogni 2-3 anni per le piante più anziane.
Il rinvaso va eseguito con precisione e delicatezza. L’epoca migliore per effettuarlo è la primavera, quando la pianta ricomincia a “vivere”: questo consentirà al bonsai di riprendersi rapidamente dall’intervento a cui è stato appena sottoposto.
Al contrario dei rinvasi eseguiti per le normali piante, in questo caso non si procede scegliendo un contenitore di dimensioni maggiori per fornire più spazio all’apparato radicale in crescita. Qui il fine è opposto: ridurre l’estensione dell’apparato radicale, favorendo l’emissione di numerosi peli radicali, che, pur occupando uno spazio ristretto, facilitano l’assorbimento e quindi il nutrimento del bonsai.
La pianta potrà poi essere riposizionata nel vecchio vaso o in uno di altro tipo ma di dimensioni simili a quello precedente.
Il contenitore che utilizzeremo per il rinvaso del bonsai dovrà essere pulito e sterilizzato dai germi e parassiti e dovrà essere adatto come forma e misura. Dovrà essere munito di fori di drenaggio sul fondo, cui applicheremo una reticella di plastica a maglie fini, in modo da permettere il drenaggio dell’acqua senza lasciar passare il terriccio. Se necessario (in caso di contenitore basso), assicureremo le radici a questa reticella, attraverso legature con filo di rame, intervento che garantirà una maggiore stabilità alla piccola pianta.
Per eseguire il rinvaso è meglio lavorare con il terreno asciutto: sarà più facile separare il bonsai dal vecchio vaso e lavorare con più agio con le radici.
La tecnica migliore per estrarre il bonsai dal suo contenitore è quella di capovolgere il vaso e picchiare il fondo con dei leggeri colpettini, in modo da smuoverne il contenuto. Con l’ausilio di un bastoncino si liberano le radici dal terriccio e poi si tagliano quelle troppo lunghe, di un terzo della loro lunghezza. Le radici morte o rotte vanno eliminate e si può eventualmente spuntare anche il “fittone”, cioè la radice centrale, di dimensioni maggiori.
Dopo questo intervento, collocate il bonsai nel contenitore e con l’aiuto del bastoncino disponete le radici in modo equilibrato sul primo strato di terreno, verificando la posizione corretta della pianta. Poi aggiungete altro terriccio, senza riempire il contenitore fino all’orlo, e pressatelo con delicatezza, per favorire l’eliminazione di sacche d’aria che potrebbero danneggiare l’apparato radicale.
Subito dopo, annaffiate abbondantemente utilizzando un dispersore. Sistemate poi la pianta in una posizione ombreggiata e riparata dal vento per una ventina di giorni. Dopo circa un paio di mesi dal rinvaso, potrete aggiungere il fertilizzante.
Video: Rinvaso del bonsai (by Flover Garden Center)
Cura del bonsai: potatura
La potatura è un elemento fondamentale poiché andrà a orientare la direzione dei nuovi germogli determinando la futura impostazione della pianta.
Video: Potare un bonsai (by giardinaggio.it)
Cura del bonsai: uso del filo metallico
Quando si desidera conferire un’inclinazione diversa a un ramo o a un tronco, in quanto lo stile prescelto per la formazione del bonsai lo richiede, si può ricorrere all’applicazione del filo metallico. Per questo tipo di operazione viene utilizzato filo di rame o di alluminio (altri metalli non risultano adatti), che acquisteremo con diametri differenti (per utilizzarli per varie necessità). Considerare che il diametro del filo dovrà misurare circa un terzo del diametro del ramo da modificare.
Il filo verrà applicato avvolgendo la parte interessata con spirali regolari, avendo cura di non creare sovrapposizioni o incroci che potrebbero danneggiare la pianta o comprometterne l’aspetto estetico. Avvolto il filo attorno al ramo, ripiegare leggermente il capo libero su se stesso, in modo da evitare il rischio di ferirsi alle mani. Eseguire gli avvolgimenti con un angolatura di circa 45º rispetto alla linea del tronco, mentre la lunghezza del filo dovrà essere doppia rispetto a quella del ramo che si intende correggere. Se si vuole rafforzare la legatura, avvolgere un filo dello stesso diametro del primo parallelo a esso.
Non applicare il filo al risveglio vegetativo, perché la pianta, carica di umori, non sopporterebbe la costrizione.
Il filo deve rimanere in posizione per un periodo di tempo variabile a seconda del soggetto, in genere da 6 mesi a un massimo di 8 nelle piante a foglia caduca, e da 12 mesi a un massimo di 18 nelle conifere.
Fare attenzione che il filo metallico non inizi a intaccare la corteccia, mantenendo sotto costante controllo gli effetti della legatura.
Se la legatura non fosse andata a buon fine e occorresse ripetere l’operazione, lasciate prima riposare il bonsai (certamente stanco per l’intervento subito) per almeno 6-7 mesi.
Le legature non devono essere applicate né troppo strette né troppo larghe.
Nel caso in cui i bonsai sono stati o dovranno essere rinvasati nell’anno in corso, evitare questo intervento, per non stressare eccessivamente la pianta. Per piegare i rami, usate delicatezza e utilizzate i pollici come supporto nella fase di sagomatura.
Video: Applicazione del filo metallico (by giardinaggio.it)
Cura del bonsai: annaffiatura
Un’altra operazione indispensabile per la vita del bonsai è l’annaffiatura. Richiede particolari accorgimenti ed è influenzata sia dall’ambiente in cui vive la pianta sia dalla stagione.
Una pianta normale è in grado di soddisfare al proprio fabbisogno idrico raggiungendo l’acqua nel terreno attraverso un profondo apparato radicale. Questo non è possibile per la pianticella bonsai, alla quale va assicurata quotidianamente la necessaria quantità di acqua.
La distribuzione può avvenire sia per aspersione superficiale (il getto d’acqua non deve essere tropo forte) sia per immersione del vaso nell’acqua, ma quello che è più importante è garantire alla pianta il necessario equilibrio idrico.
Orientativamente, in estate si annaffierà la pianta una due volte al giorno, durante le ore più fresche (mattina presto o sera tardi), dopo aver controllato lo stato di umidità del terreno. In autunno, inizialmente si procederà come per il periodo estivo, mentre nella seconda parte della stagione, la pianta richiederà una minore quantità d’acqua per il suo soddisfacimento. Ci si regolerà tenendo costantemente sotto controllo l’umidità del terreno. In inverno, potranno essere sufficienti un paio di annaffiature settimanali effettuate nelle ore più calde. In primavera, alla ripresa vegetativa, ci baseremo sulle condizioni della pianta, incrementando la quantità d’acqua col crescere della temperatura.
Gli alberi a foglia caduca richiedono maggiori quantità d’acqua in estate, in quanto l’estesa superficie fogliare facilita la traspirazione. Le conifere hanno un notevole desiderio di acqua anche d’inverno, perché mantengono la copertura fogliare anche in questo periodo.
Ricordarsi che anche un’irrigazione eccessiva può nuocere alla salute della pianta e assicurarsi, tastando il terriccio, che l’acqua abbia raggiunto una certa profondità. Se l’acqua esce dai fori di drenaggio, interrompete l’innaffiatura.
Cura del bonsai: ingrossamento di tronchi e rami
In presenza di un tronco troppo esile rispetto alla chioma, se ne può aumentare la robustezza attraverso una semplice tecnica. Durante il periodo primaverile, avvolgete attorno alla base della pianta un filo di alluminio generando una strozzatura che produrrà un ingrossamento nel tronco in maniera progressiva. In autunno si potrà rimuovere il filo. La legatura va applicata correttamente, né troppo lenta, né troppo stretta; nel primo caso non raggiungeremmo il risultato auspicato, nel secondo potremmo recidere i vasi linfatici della pianta provocandone la morte.
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