Carcinoma ovarico sieroso di alto grado. Dal punto di vista istologico, possiamo classificare i tumori ovarici in epiteliali, stromali (rari) e germinali (5% dei carcinomi ovarici). I tumori epiteliali rappresentano circa il 50% delle neoplasie che colpiscono l’ovaio e sono caratterizzati da un cattivo funzionamento del tessuto che lo riveste.
Carcinoma ovarico sieroso di alto grado
Del carcinoma dell’ovaio epiteliale si riconoscono 5 sottotipi istologici principali: sieroso di alto grado, sieroso di basso grado, cellule chiare, endometrioide, mucinoso. Il primo (sieroso di alto grado) rappresenta la neoplasia ovarica più frequente, spesso diagnosticata in fase avanzata.
Il tumore sieroso di alto grado è spesso caratterizzato dall’aberrazione del gene p53. E’ associato a mutazioni deleterie in BRCA1 e BRCA2. Inizialmente chemiosensibile, la resistenza alla terapia tende ad aumentare a ogni recidiva. Attualmente, si ipotizzano le sue origini in una lesione precancerosa (STIC) localizzata nella tuba.
BRCA
BRACA1 e BRCA2 (Breast Related Cancer Antigens) sono due geni che intervengono nel controllo del ciclo cellulare e codificato per la “proteina per la suscettibilità al tumore mammario”.
Recenti ricerche hanno evidenziato la presenza di alterazioni patogeniche di questi geni nelle donne con carcinoma ovarico sieroso (17-20%), nelle pazienti con tumore sieroso di alto grado (23-25%) e nelle pazienti platino-sensibili (30.40%).
Carcinoma ovarico sieroso di alto grado: trattamento
La patologia in esame è una forma molto difficile da trattare per due motivi: è spesso riconosciuta dopo la sua diffusione metastatica e frequentemente recidiva, evidenziando resistenza alle terapie successive.
La chirurgia rappresenta la parte centrale del trattamento del tumore ovarico. La chemioterapia può essere utilizzata in prima o seconda linea. Benché si ottenga una risposta alla chemioterapia nella maggior parte dei casi, la possibilità di recidiva rimane elevata.
Recentemente, sono si sta puntando su nuovi farmaci, gli inibitori di Parp (poli ADP-ribosio polimerasi). Le molecole Parp ostacolano l’azione di un enzima in grado di riparare il Dna, gli inibitori di Parp neutralizzano questo processo, consentendo all’enzima di svolgere il suo ruolo riparativo.
Nella famiglia dei PARP inibitori il niraparib è stato il primo ad essere approvato dalla FDA nel trattamento delle malattie con carcinoma ovarico.
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