Brachiterapia prostatica: la brachiterapia (dal greco brachýs – corto) è una forma di radioterapia che si basa sul posizionamento di piccole sorgenti radioattive (“semi”) all’interno della prostata. L’intervento (che richiede il ricovero ospedaliero) si esegue in anestesia epidurale o generale, sotto guida ecografica transrettale e dura circa 2 ore.
E’ utilizzata per i tumori prostatici meno aggressivi, mentre per quelli più “complessi” si associa generalmente alla radioterapia a fasci esterni e alla terapia ormonale.
Prima della terapia si effettuano un’ecografia della prostata con sonda transrettale e un’uroflussometria. La brachiterapia può essere eseguita con impianto permanente o temporaneo.
Brachiterapia prostatica con impianto permanente
In alcuni casi, i “semi” radioattivi si lasciano all’interno della prostata, dove eserciteranno i loro effetti fino a esaurimento (alcuni mesi), per poi rimanere inattivi per tutta la vita.
Brachiterapia prostatica: impianto temporaneo
Nella brachiterapia con impianto temporaneo l’impianto delle sorgenti radioattive è preceduto dall’inserimento di appositi vettori in cui saranno introdotti i ‘semi’. Questa procedura richiede circa un’ora e si esegue una o più volte secondo il piano terapeutico. Alla sua conclusione si procede all’irradiazione vera e propria della prostata, che si ripete generalmente due volte al giorno (mattina e sera) per due giorni consecutivi.
Una volta concluso il trattamento è possibile tornare a casa, senza la preoccupazione di essere radioattivi e non sarà necessaria alcuna precauzione.
Brachiterapia prostatica: sicurezza di terze persone
Spesso i pazienti si informano se devono osservare misure di sicurezza particolari nei loro contatti con famigliari e gli amici dopo la brachiterapia. Se è utilizzata la brachiterapia temporanea, le sorgenti radioattive non restano nel corpo dopo il trattamento, pertanto non esiste questo rischio.
Se è utilizzata la brachiterapia permanente, le fonti di basse dosi radioattive (semi) rimangono nel corpo dopo il trattamento; tuttavia i livelli di radiazione sono molto bassi e diminuiscono nel tempo. Inoltre, l’irradiazione interessa solo i tessuti all’interno di pochi millimetri di sorgenti radioattive (cioè il tumore in trattamento).
Come precauzione, alle persone sottoposte alla brachiterapia permanente può essere consigliato di non tenere in braccio i bambini piccoli o di stare troppo vicino alle donne in gravidanza, questo per un breve periodo dopo l’operazione. Oncologi radiologi o infermieri sono in grado di fornire istruzioni specifiche ai pazienti su tutti gli aspetti legati alla sicurezza.
Brachiterapia prostatica: effetti collaterali
Poiché in brachiterapia l’azione radiante è estremamente circoscritta e limitata alla sola regione pelvica, è piuttosto infrequente che si manifestino effetti collaterali generali quali astenia, nausea o diarrea.
Pertanto nei giorni successivi all’impianto possono comparire solo alcuni effetti locali quali:
- comparsa di sangue nelle urine, fenomeno che non richiede alcun trattamento specifico e si risolve spontaneamente nell’arco di qualche giorno;
- senso di tensione sotto lo scroto, nella regione perineale dove stati inseriti gli aghi per il posizionamento dei semi;
- sintomi urinari di tipo irritativo quali una minzione frequente o difficoltosa con riduzione del getto urinario, urgenza minzionale, bruciori uretrali e minzionali più o meno frequenti;
- sintomi rettali, quali bruciori anali o fastidio durante la defecazione.
Questi sintomi possono comparire con diversa entità anche dopo 4-5 settimane dall’impianto, ma tendono gradualmente e spontaneamente a regredire via via che i semi perdono la loro attività. A volte possono perdurare in modo più o meno sfumato anche per qualche mese dopo l’impianto e possono essere prevenuti con alcune semplici norme comportamentali (evitare alcoolici, caffeina, cibi speziati e piccanti, limitare l’uso di bicicletta, cyclette e motocicli) e comunque alleviati con terapie specifiche.
E’ buona norma bere molto per aumentare la diuresi e prevenire così la formazione di coaguli.
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