Bonsai OlmoIl bonsai Olmo (acquista su Amazon) è da sempre tra i più apprezzati nel mondo di cui ci stiamo occupando. La sua robustezza, la sua capacità di adattarsi a vivere a diverse temperature, la sua resistenza agli attacchi più maldestri dei bonsaisti improvvisati lo rendono idoneo a essere coltivato con la tecnica bonsai.

La sua sistemazione ottimale è all’esterno, ben esposto al sole e all’aria. Non ha paura delle giornate fredde, ma se la temperatura scende sotto i 10ºC, è più opportuno offrire un riparo all’olmo cinese, trovandogli posto in casa. In estate, meglio non esporre l’Olmo al sole forte e diretto, e trovargli invece una collocazione all’ombra o a mezz’ombra. Se non si dispone di uno spazio più fresco, premunirsi con delle annaffiature abbondanti o coprendo i vasi per non far soffrire le radici, più vulnerabili al sole delle altre parti della pianta.


Se scegliete di tenere il bonsai all’interno, premunitevi di fargli arrivare molta luce, collocandolo davanti a una finestra. Se l’esposizione al sole è continua e intensa, una tendina eviterà che le foglie possano risentire del caldo ardente.

Bonsai Olmo: concimazione 

Il substrato migliore per il bonsai olmo è una terra fresca e spugnosa, costituita per circa i due terzi da akadama a grana media e per un terzo da terriccio. Ma è una pianta che sa adeguarsi bene anche ad altri tipi di terra.
A causa del suo sviluppo esuberante, le sostanze nutritive del terriccio si consumano rapidamente, ed è opportuno, quindi, concimare regolarmente, per tutto il periodo vegetativo (marzo-ottobre), evitando i mesi di luglio e di agosto. Scegliere preferibilmente fertilizzanti a lenta cessione ed evitare dosi eccessive. Si può usare il prodotto solido (hanagokoro per i bonsai da esterno e aburakasu per quelli d interno), oppure il prodotto liquido; il primo va applicato circa ogni 20-25 giorni, il secondo ogni 8-10 giorni. Se dopo i 20-25 giorni dall’applicazione del prodotto solido, rimanessero dei residui sul terriccio è bene rimuoverli e rimpiazzarli con del fertilizzante fresco, perché il vecchio avrà esaurito la sua azione.

Bonsai Olmo: annaffiatura

L’annaffiatura è un intervento essenziale per garantire il benessere di questa pianta. La regola principale e innaffiare abbondantemente l’Olmo ogni volta che il terreno è asciutto. Per evitare che le radici possano marcire, adottare un substrato molto drenante, che contrasti il formarsi di ristagni idrici.

Bonsai Olmo: potatura

Il periodo migliore per eseguire la potatura è l’inverno, quando l’attività vitale della pianta si interrompe, impedendo la fuoriuscita di linfa dai tagli applicati. In questo periodo, se l’albero è ancora giovane, si possono praticare interventi drastici sui rami più robusti, per dare modo alle ramificazioni più piccole di prendere il loro posto. Utilizzare la tronchese concava se si recidono rami robusti. Dopo la potatura curare le ferite con pasta cicatrizzante arricchita con ormoni.


L’olmo produce una ramificazione fitta, per cui è opportuno fare ricorso a una potatura costante e corretta per eliminare i rami che s’incrociano, quelli che si sviluppano in senso verticale, quelli che fuoriescono dalla struttura centrale, quelli con internodi lunghi e senza ramificazione e quelli che crescono verso l’interno (inoltre: i rami aggrovigliati, i rami a contatto tra loro, quelli paralleli, quelli che formano archi, i rami a gomito, ecc.).

Bonsai Olmo: pinzatura

L’Olmo è una pianta particolarmente rigogliosa e obiettivo della pinzatura è tenere sotto controllo la crescita dei rami. Sugli alberi giovani, la pinzatura si applica con le forbici, soprattutto nei periodi di maggio e di fine agosto. Sugli alberi adulti si può applicare direttamente con le mani, recidendo i nuovi germogli allo scopo di mantenere la silhouette.

Bonsai Olmo: defogliazione

Nel periodo di maggio-giugno si eliminano le foglie degli Olmi a foglia grande. Intervenire sulle foglie più grandi, conservando le foglie piccole e fragili nelle zone interne dei rami. In seguito a questo intervento, il terriccio si asciugherà meno rapidamente: attendere, comunque, che la superficie della terra sia asciutta prima di annaffiare.

Bonsai Olmo: avvolgimento

L’avvolgimento, o filatura, è una tecnica fondamentale per modellare un bonsai. Si esegue avvolgendo un filo di rame attorno ai rami, seguendo un andamento a spirale e una inclinazione di 45º. Essendo la corteccia dell’Olmo cinese molto delicata, è bene fare attenzione a non danneggiarla: non premere troppo per non intaccarla, ed eventualmente avvolgere il filo con della carta prima di applicarlo. Il periodo migliore per effettuare questa lavorazione è l’inverno, nel periodo di riposo vegetativo, oppure dopo la defogliazione.
Si potrà rimuovere dopo circa due o tre mesi (a anche prima nel caso di Olmi in formazione).

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Bonsai Olmo: rinvaso 

Il rinvaso va eseguito verso la fine dell’inverno, quando sta per riaprirsi il periodo vegetativo. Si può operare a “radice nuda”, rimuovendo eventualmente tutta la terra (solo se la specie e gli obiettivi lo richiedono) attraverso getti d’acqua e riducendo l’apparato radicale di circa un terzo. E’ necessario intervenire con rapidità e decisione, per evitare che le radici rimangano esposte per troppo tempo all’aria, che può causare il deterioramento di quelle più sottili e delicate.

Optare per questo intervento solo per le piante che godono di buona salute, e difendete le piante appena rinvasate dal freddo di un inverno particolarmente rigido.
Gli alberi giovani prevedono un rinvaso ogni 1-2 anni, quelli più maturi ogni 2-3 anni.

Bonsai Olmo: cura

La coltivazione degli Olmi è alla portata di tutti, è sufficiente seguire con attenzione alcune regole generali per evitare il nascere di difficoltà.

  • Annaffiatura: toccando leggermente il terriccio ci si rende conto se è asciutto e si procede all’annaffiatura, altrimenti si attende. In estate, è preferibile annaffiare di mattina o a tarda sera, in inverno, si annaffia la pianta da esterno nelle ore più calde della giornata, in modo che l’acqua venga assorbita prima che faccia notte, scongiurando il pericolo di gelate.
    Nel caso di ristagni d’acqua: se si interviene rapidamente si risolverà il problema ponendo particolare attenzione all’innaffiatura dei giorni a venire; se invece i ristagno è durato a lungo è necessario rinvasare la pianta in un nuovo terriccio, rimuovendo le radici marcite.
  • Concimazione: va regolata in base alle caratteristiche del bonsai. Le piante più giovani saranno concimate più spesso, quelle più mature, più di rado. Preferire una fertilizzazione assidua ma limitata, piuttosto che copiosa e occasionale. Un eccesso di concimazione (le foglie si presentano ustionate e arricciate) può essere risolto attraverso un’abbondante annaffiatura
  • Mancanza di luce: ce se ne accorge se il terreno rimane bagnato durante un’intera giornata di caldo.
  • Parassiti:
    grafiosi (fungo): colpisce i boschi di Olmi ma non aggredisce i bonsai;
    acari (ragno rosso): un trattamento preventivo (ad esempio, con il Rufast E-Flo) eviterà l’attacco di questi parassiti nei mesi estivi e la caduta delle foglie;
    afidi: attaccano soprattutto germogli e foglie tenere ma anche parti interrate, provocando deformazioni, arricciamenti e indebolendo la pianta. Un trattamento preventivo nei mesi invernali (con ali gialli o oli antracenidi) ne riduce la minaccia; in estate si usano gli aficidi.
    cocciniglia: indeboliscono la pianta e ne provocano la caduta delle foglie. si può tentare di sopprimerle utilizzando una soluzione di acqua e alcol al 50%, asportandole poi con un bastoncino; se il problema permane, si può ricorrere a insetticidi (Folithion, Oliocin, ecc.).

Bonsai Olmo: tipi

  • Zelkova Nire: detto anche Olmo cinese, è tra le più antiche piante coltivate come bonsai. E’ di origine tropicale e mantiene il fogliame verde tutto l’anno se la temperatura non scende al di sotto dei 10ºC. Le foglie presentano una dentellatura doppia e sono lisce. Si adatta molto bene agli interni.
  • Zelkova serrata: l’albero raggiunge i 30-35 metri di altezza, ha foglia ovale, allungata, dentellata e ruvida su entrambe le facce. E’ diffusa in Estremo Oriente, soprattutto in Giappone e affascina e colpisce la sua splendida colorazione autunnale del suo fogliame.
  • Ulmus parvifolia: proveniente dall’Asia (Cina settentrionale e Giappone), può raggiungere i 20-25 metri di altezza. Presenta foglie ovali o oblunghe e una corteccia seducente, molto rugosa, che dona un aspetto antico anche alle piante più giovani. E’ una pianta robusta e resistente, adatta a essere coltivata anche dai non esperti.
  • Celtis Australis (Bagolaro): albero a foglie decidue, originario dell’Asia, dell’Africa e dell’Europa, può raggiungere un’altezza di 25 metri, vive molto a lungo possiede una chioma tondeggiante e folta di colore verde-grigiastro. Le foglie sono piccole, ovate-lanceolate, seghettate, con la pagina superiore verde scuro e ruvida al tatto e quella inferiore più chiara e con peluria. Si ambienta bene anche su terreni sassosi, è particolarmente resistente al freddo e al caldo e adatto a essere coltivato da bonsaisti non particolarmente competenti in materia.

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