Ansia da separazioneL’ansia da separazione è una difficoltà correlata soprattutto ai bambini, ma anche gli adulti possono incorrere in questo problema.
Un temporaneo allontanamento dei genitori del bambino può generare qualche lieve preoccupazione e ansia, che cesseranno naturalmente dopo poco o al ricongiungersi della famiglia. Il disturbo d’ansia di separazione, al contrario, può condizionare molto la vita di un bambino o di un adulto, limitandone le azioni e le scelte a causa del forte livello di agitazione che la separazione o semplicemente il timore che questa avvenga può innescare.

Il DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) propone i seguenti criteri diagnostici per porre una diagnosi di disturbo di ansia di separazione:

A. Paura o ansia eccessiva e inappropriata rispetto allo stadio di sviluppo che riguarda la separazione da coloro cui l’individuo è attaccato, come evidenziato da tre (o più) dei seguenti criteri:

  1. Ricorrente ed eccessivo disagio quando si prevede o si sperimenta la separazione da casa o dalle principali figure di attaccamento.
  2. Persistente ed eccessiva preoccupazione riguardo alla perdita delle figure di attaccamento, o alla possibilità che accada loro qualcosa di dannoso, come malattie, ferite, catastrofi o morte.
  3. Persistente ed eccessiva preoccupazione riguardo al fatto che un evento imprevisto comporti separazione dalla principale figura di attaccamento (per es., perdersi, essere rapito/a, avere un incidente, ammalarsi).
  4. Persistente riluttanza o rifiuto di uscire di casa per andare a scuola, al lavoro o altrove per paura della separazione.
  5. Persistente ed eccessiva paura di, o riluttanza a, stare da soli o senza le principali figure di attaccamento a casa o in altri ambienti.
    Può accadere che i bambini abbiano paura di stare in camera da soli o che vogliano stare sempre “incollati” a un genitore, facendosi accompagnare quando si recano in altre stanze.
  1. Persistente riluttanza o rifiuto di dormire fuori casa o di andare a dormire senza avere vicino una delle principali figure di attaccamento.
  2. Ripetuti incubi che implicano il tema della separazione.
    Il contenuto degli incubi può essere correlato alle paure del soggetto: omicidio, incendi, catastrofi che possono colpire la famiglia. I bambini potrebbero richiedere la presenza di un loro genitore finché non si addormentano, e durante la notte svegliarsi e raggiungere il letto di qualcuno della famiglia. Possono anche rifiutare di andare in campeggio o di dormire a casa di amici.
  3. Ripetute lamentele di sintomi fisici (per es., mal di testa, dolori di stomaco, sudorazione, respiro corto, nausea, vomito) quando si verifica o si prevede la separazione dalle principali figure di attaccamento.
    In adolescenti e adulti possono insorgere sintomi quali palpitazioni, vertigini, sensazioni di svenimento, sensazioni di mancanza d’aria, attacchi di panico (rari nei bambini). Altri sintomi (comportamentali) che possono manifestarsi includono: aggrapparsi ai genitori, piangere, scatti di rabbia di fronte alla circostanza di separazione o al timore che questa possa avvenire.

B. La paura, l’ansia o l’evitamento sono persistenti, con una durata di almeno 4 settimane nei bambini e adolescenti, e tipicamente 6 mesi o più negli adulti.


C. Il disturbo causa disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti.

Quando si trovano lontani da casa o dalle più significative figure di attaccamento, i bambini possono manifestare tristezza, indolenza, ritiro sociale, difficoltà di concentrazione. In relazione all’età, possono manifestarsi particolari paure: paura del buio, dei mostri, degli animali, dei viaggi aerei, dei rapinatori, dei rapitori, degli incidenti e di altre situazioni potenzialmente minacciose.

Nei bambini questo disturbo può generare un’avversione verso la scuola, con conseguenti difficoltà scolastiche e situazioni di isolamento sociale. A scuola il disturbo può manifestarsi attraverso segnali quali: difficoltà di concentrazione, pianti, ritardi frequenti, rifiuto di svolgere attività oltre l’orario scolastico, basso rendimento scolastico, richieste di rassicurazione.

In alcuni casi, la prospettiva della separazione può scatenare rabbia e aggressività nei confronti di coloro ritenuti responsabili della situazione temuta.

I bambini che presentano questo disturbo spesso si mostrano esigenti, intrusivi, desiderosi di attenzione continua, e il loro carattere da adulti può manifestare elementi di dipendenza e iperprotettività: le loro continue richieste di attenzione e vicinanza possono creare difficoltà negli altri componenti la famiglia ed essere fonte di risentimento e di conflittualità.
Gli adulti che soffrono di questo disturbo potrebbero riscontrare problemi di fronte ai cambiamenti di vita (sposarsi, lasciare casa dei genitori). Spesso si preoccupano eccessivamente per l’incolumità del coniuge o dei figli, provano ansia quando sono separati da loro e tendono a controllare ossessivamente dove si trovano.

Ansia da separazione: prevalenza

Nei bambini la prevalenza del disturbo è stimata intorno al 4%, 1,6% negli adolescenti.
E’ il disturbo d’ansia più diffuso nei bambini con meno di 12 anni. Il disturbo diminuisce poi quando si entra nell’adolescenza e nell’età adulta.
Periodi di maggiore ansia da separazione fanno parte dello sviluppo naturale del bambino e possono anche essere interpretati, soprattutto fino ai 2-3 anni, come momenti importanti nella creazione di un attaccamento sicuro.

Ansia da separazione: fattori di rischio

Spesso il disturbo di ansia da separazione insorge in seguito a un evento particolarmente stressante: malattia propria o di un proprio caro, morte di un parente o di un animale domestico, trasloco in un’altra città, cambio di scuola, immigrazione, altre situazioni drammatiche che hanno causato periodi di separazione dalle figure più significative.
Dei genitori iperprotettivi, ansiosi e intrusivi che scoraggiano l’autonomia del bambino possono favorire l’insorgere di questo disturbo.


Alcuni studi mostrano come anche l’ereditabilità possa considerarsi un fattore di rischio.

Ansia da separazione: trattamento

Anche per il disturbo di ansia da separazione, come per gli altri disturbi d’ansia, il trattamento cognitivo-comportamentale è considerato tra i più efficaci.
Trattandosi di bambini, è previsto quasi sempre il coinvolgimento dei genitori nell’intervento e spesso anche quello degli insegnanti. Per i bambini sotto i 10 anni, a volte è sufficiente lavorare con i soli genitori, senza coinvolgere direttamente il piccolo.

Alcune attività utili al miglioramento del disagio che il terapeuta potrà proporre:

  • I genitori sono invitati a monitorare il bambino per un certo periodo di tempo e a trascrivere su apposite schede tutti gli elementi relativi alla manifestazione dei sintomi del disturbo, che serviranno per una valutazione dello stesso nelle sue numerose sfaccettature (analisi funzionale);
  • psicoeducazione: si trasmette ai genitori (agli insegnanti) e al bambino la conoscenza del disturbo e delle sue componenti essenziali, in modo da far loro comprendere come funziona, quando si innesca e perché, come si mantiene nel tempo, ecc.;
  • esposizione in vivo: si espone gradualmente il bambino alle situazioni temute, in modo che l’ansia possa progressivamente ridursi (ad es., all’atto dell’addormentarsi, invece di attendere che sopravvenga il sonno rimanendo vicino al bambino (in accordo con lui) si può lasciarlo solo e a distanza di pochi minuti rientrare nella stanza… Il periodo di tempo in cui si lascia da solo può gradualmente aumentare…);
  • training emotivo: sviluppare una maggiore empatia con il bambino per cercare di capire quali sono i suoi sentimenti rispetto alle sue paure. Si aiutano i genitori ad acquisire una maggiore consapevolezza emotiva del loro sentire in relazione al disturbo del figlio, in modo che, riuscendo a esprimere meglio le loro emozioni, possano raggiungere uno stato di maggior serenità che si ripercuoterà sul bambino innescando un circolo virtuoso di cui beneficerà tutta la famiglia;
  • tecniche di rinforzo: il bambino verrà lodato ad ogni piccolo risultato riuscirà a raggiungere. Attraverso la Token Economy si possono stabilire insieme al bambino (a casa o a scuola) degli obiettivi di indipendenza graduali, con dei premi al loro raggiungimento;
  • stabilire un percorso di progressiva autonomia del bambino, in base all’età dello stesso
  • sostituzione graduale delle convinzioni irrazionali del bambino sulle situazioni temute che scatenano l’ansia con dei pensieri più razionali e funzionali;
  • modellamento: si utilizza l’adulto per mostrare un modello di comportamento più funzionale rispetto alle situazioni temute in modo che il bambino a poco a poco lo assimili;
  • tecniche di rilassamento: potranno variare in relazione all’età del soggetto (bambini, adolescenti, adulti);
  • parent training: si insegna ai genitori (e agli insegnanti) come comportarsi nelle varie situazioni in modo da non rafforzare le paure del bambino e fargli acquisire maggiore fiducia in se stesso.

Roberto Gentile (contatti)

Ansia da separazione: letture consigliate

Un libro che potete acquistare su Amazon:

1. Legame di attaccamento e ansia da separazione – Il volume è costituito da una raccolta di interventi teorici, di esperienze e di ricerche, condotte dagli autori sul tema del legame di attaccamento e dell’ansia da separazione. A partire dalle primigenie interazioni madre–bambino, già in utero, la vita affettiva si struttura in maniera solida e sicura quando le prime esperienze di attaccamento si appuntano su una base che si configura come sicura e stabile. L’ansia da separazione assume connotati invalidanti quando il percorso di crescita è tortuoso, quando è contrassegnato da turbative che riguardano lo sviluppo psico–fisico e il legame di attaccamento con figure genitoriali instabili, anaffettive o addirittura maltrattanti.


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