Anatomia del gatto

Shoulder blade: scapola; breastbone: sterno; claws: artigli; ribs: costole

Quando si parla di anatomia del gatto, si prendono in esame due tipi di corporatura:

  • brevilinea e massiccia
  • longilinea ed elegante.

Anatomia del gatto brevilineo

La corporatura brevilinea presenta un aspetto compatto e tarchiato e si riscontra generalmente in razze che si sono sviluppate in climi freddi, in quanto una simile conformazione trattiene di più il calore. Il Persiano può essere considerato un esempio di razza brevilinea. L’anatomia del gatto brevilineo è contraddistinta da:

  • orecchie piccole
  • corpo tozzo
  • testa grande
  • gambe corte
  • coda rotonda e spessa.

Anatomia del gatto longilineo

La corporatura longilinea presenta invece un aspetto snello e slanciato. E’ comune per lo più in specie che si sono evolute in climi caldi, perché una simile conformazione favorisce la dispersione di calore. Un esempio di razza longilinea è l’Oriental Shorthair. L’anatomia del gatto longilineo è caratterizzata da:

  • orecchie grandi
  • corpo snello
  • testa sottile (spesso a forma triangolare)
  • gambe lunghe
  • coda lunga e sottile.

La maggior parte dei gatti presenta una struttura intermedia, e vengono appunto definiti “mediolinei”.

Anatomia del gatto: lo scheletro

Lo scheletro è certamente un elemento caratterizzante l’anatomia del gatto. Oltre a fare da telaio di sostegno per i tessuti corporei, protegge i delicati organi interni e i nervi. Presenta sostanziali differenze con lo scheletro umano ed è molto leggero, caratteristica che consente al gatto di essere “elastico” e agile.


Lo scheletro di un gatto è formato da circa 240 ossa (nell’uomo se ne contano 206). Il numero però può variare se il felino è polidattile (ha delle dita in più) o è privo di coda. Il vostro piccolo amico è digitigrade, cammina cioè sui cuscinetti delle dita, ed ha generalmente cinque dita negli arti anteriori, con il pollice (o meglio lo sperone) che non tocca il terreno, e quattro negli arti posteriori.

Ogni zampa è dotata di cuscinetti morbidi rivestiti di pelle resistente per attutire il passo e non fare rumore. Ogni dito è dotato di un artiglio; gli artigli vengono estratti solo quando necessario, quindi non si consumano camminando. Le unghie del gatto sono costituite da una parte interna sensibile e viva attraversata da vasi sanguigni e da una parte esterna “morta” formata da strati di cheratina.

La scatola cranica circonda il delicato cervello e presenta incavature in correlazione degli occhi e dell’orecchio interno. La gabbia toracica e lo sterno proteggono il cuore e i polmoni.

La spina dorsale è composta da una serie di vertebre collegate tra loro. Tali vertebre presentano un foro centrale attraverso cui passa il midollo spinale, una parte del sistema nervoso centrale che in questo modo viene protetto. Le singole vertebre del gatto sono unite tra loro dalla cartilagine, una sostanza morbida e flessuosa.

Nei gatti queste giunture sono molto più duttili che nell’uomo consentendogli di raggomitolarsi con facilità. Lo scheletro del gatto possiede circa 53 vertebre (contro le 33 dell’uomo), di cui quattro unite tra loro. Ciò significa che i gatti possono piegarsi e contorcersi assumendo posizioni decisamente improbabili per gli umani.

Le scapole del gatto, diversamente da quelle dell’uomo, non sono collegate alla colonna vertebrale tramite le clavicole e queste non sono connesse direttamente a nessun altro osso, ma sono sostenute da una serie di muscoli. L’assenza di una struttura rigida rende il corpo del gatto molto flessuoso; ciò consente ad esempio al nostro piccolo amico di passare in spazi ristretti, schiacciarsi a terra o ruotare le zampe anteriori in una infinita varietà di direzioni.

Essendo sottili e leggere, le sue ossa gli permettono di saltare, arrampicarsi e cambiare direzione velocemente e con facilità. Lo scheletro è molto resistente, riuscendo a sopportare senza danni l’impatto di un atterraggio o di un’improvvisa frenata.

Grazie alla loro elasticità, i gatti riescono a evitare molte situazioni a potenziale rischio frattura. Molti studiosi hanno posto in evidenza che i gatti subiscono meno fratture rispetto ai cani e ne guariscono molto più rapidamente.
I cani vivono in branco, la loro sopravvivenza dipende quindi anche dagli altri componenti del gruppo. I gatti invece sono animali prevalentemente solitari, e perciò la loro sopravvivenza dipende primariamente da loro stessi, per questo motivo si sono evoluti sviluppando processi di guarigione più rapidi di quelli dei cani e di altre specie animali.

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Anatomia del gatto: le cadute

Viene comunemente ritenuto che i gatti atterrino sempre in piedi, ciò sarebbe dovuto al cosiddetto “riflesso di raddrizzamento”, ma non sempre accade questo. Nonostante la sua elasticità, una caduta può essere mortale anche per un gatto, perciò è bene fare attenzione quando il vostro micio accede a balconi o a finestre aperte. Le cadute da altezze medie (tra i sei e i venti metri circa), sono le più pericolose per i gatti, che spesso sopravvivono a cadute da grandi altezze. La caduta da un’altezza media, infatti, non gli permette di attivare in tempo il riflesso di raddrizzamento ed esercita comunque molta forza sul corpo del gatto quando atterra. Inoltre, anche se cade in piedi, ciò non significa che non possa riportare lesioni, ad esempio fratture ossee o danni a organi interni.

Anatomia del gatto: la muscolatura

Altro elemento importantissimo nell’anatomia del gatto è la muscolatura. Il gatto è un abilissimo cacciatore (come tutti i felini, del resto), carnivoro e predatore. La sua grande abilità nel salto e la notevole velocità nella corsa sono dovute alla potente muscolatura, oltre che alla sua struttura ossea. I muscoli del gatto sono molto più elastici e flessibili di quelli umani, e si sono evoluti alla perfezione per eseguire agguati di soppiatto con balzi improvvisi.


Il gatto ha più di 500 muscoli che controllano principalmente i movimenti. Come l’uomo, anche il nostro amico felino è dotato di muscoli “involontari” (che si contraggono, cioè, indipendentemente dalla sua intenzione). Tali muscoli sono presenti negli organi interni e si suddividono in:

  • cardiaci (consentono la contrazione cardiaca per pompare il sangue);
  • lisci (responsabili del funzionamento di intestino, stomaco e vescica).

L’orecchio del gatto è composto da 32 muscoli (quello umano da sei). Ciascun orecchio può ruotare di 180° indipendentemente dall’altro, garantendo un udito straordinario. La conformazione dell’orecchio interno e il relativo apparato vestibolare determinano l’incredibile senso di equilibrio del gatto.

Gli energici muscoli della mascella assolvono al duplice scopo di mordere e tagliare.

I grandi, potenti e importantissimi muscoli del fianco e del quarto posteriore, servono per scattare, balzare, correre e saltare.

I muscoli della spina dorsale e della coda sono elastici e consentono al piccolo felino di raggomitolarsi in un cerchio perfetto.

I muscoli del polso sono molteplici e consentono di eseguire numerosi movimenti con le zampe. Il vostro amico felino riesce, infatti, a stare in perfetto equilibrio su superfici piccole, anguste o di forma particolare. Le zampe anteriori fungono da ammortizzatori all’atterraggio e da freni in corsa.

Rimanendo in tema di struttura muscolare, l’anatomia del gatto presenta una grande e sviluppata rete di tessuti striati, importantissimi in quanto molto forti e particolarmente elastici. Proprio grazie ai muscoli striati, può ad esempio: saltare da fermo distanze che coprono svariate volte la sua lunghezza e atterrare comodamente su uno spazio di pochissimi cm quadrati, oppure superare con un solo balzo una distanza pari a sei volte circa la sua altezza e arrestarsi in un istante, o ancora raggiungere per brevi scatti, la velocità di 50 Km/h circa cambiando direzione fulmineamente.

I gatti hanno tre tipi di fibre muscolari:

  • ad azione lenta
  • ad azione veloce, meno resistenti
  • ad azione veloce, più resistenti.

I muscoli sono composti principalmente dai primi due tipi di fibre, perciò, sebbene un gatto possa correre, saltare e contorcersi meglio di qualsiasi ginnasta, riesce a farlo per breve tempo, non ha molta resistenza, perché i suoi muscoli si stancano presto.

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